Edilizia in ginocchio, nel teramano -431 imprese negli ultimi due anni

TERAMO – Gli anni neri delle piccole imprese del settore edile colpiscono soprattutto Teramo dove negli ultimi due anni sono scomparse 431 imprese, una flessione record in Abruzzo seguita da Chieti (-312 aziende), mentre a all’Aquila (-233) e soprattutto Pescara (-173) le riduzioni sono state meno consistenti. Questo l’andamento delle imprese edili e artigiane in Abruzzo, nella fotografia che nel pomeriggio di oggi traccerà il presidente regionale di Cna Costruzioni Abruzzo, Nicola Cerretano, aprendo i lavori del convegno “Il mercato delle costruzioni in Abruzzo tra crisi e nuove prospettive”, in programma a Pescara. Tra 2000 e 2011, complice il sisma del 2009 che ha messo in ginocchio gran parte dell’Abruzzo, spiegano i dati elaborati per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, nella nostra regione si è assistito a una crescita costante del settore edile: nel 2000, infatti, le imprese di costruzione ammontavano a 13.869 unità, divenute 20.499 nel 2011 (+6.630); in valore percentuale, l’incremento è, stato del 47,8%, contro una media nazionale del 40,5%. Tra il 2011 e il 2013, al contrario, le imprese di costruzione in Abruzzo hanno marciato a passo di gambero: perché all’appello sono venute a mancare 1.149 unità, fissando a 19.350 il numero complessivo. Anche in questo caso, ma in negativo, Abruzzo più “veloce” del resto d’Italia quanto a percentuali: in soli due anni perso il 5.6% (media Italia – 4,6%). A pagare il prezzo più alto della caduta del mercato delle costruzioni sono state le micro imprese: le 1.149 imprese perdute tra 2011 e 2013 sono infatti frutto della flessione subita dall’artigianato (1.179 in meno) contro un aumento modesto (+30) di quelle di maggiori dimensioni. Tradotto in percentuale, la flessione delle imprese artigiane in Abruzzo è stata dell’ 8,5% (media Italia -5,5%), mentre le imprese non artigiane sono cresciute dello 0,5%, in controtendenza con la riduzione del 2,5% italiana.