TERAMO – Come si fa a ritenersi "abuso edilizio" una infrastruttura realizzata sulla base di una legge dello Stato, a conclusione di una serie di procedure come gli espropri, e soprattutto proprietà dello Stato, nello specifico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti? E’ la riflessione, allo stesso tempo provocazione, che la società Strada dei parchi affida alla stampa all’indomani della sentenza della corte d’appello dell’Aquila che ha dato ragione alla Provincia sulla richiesta di versamento della Cosap sui viadotti dell’autostrada A24 che attraversano le strade provinciali. Annunciando che trattasi ancora di sentenza di secondo grado giurisdizionale, attendendone le motivazioni e anticipando il ricorso alla Cassazione, la società del Gruppo Toto che ha in concessione la arterie di collegamento tra l’Abruzzo e la capitale, ricorda che essendo concessionaria dello Stato per gestire una infrastruttura pubblica, Strada dei Parchi «paga allo Stato, proprietario, un canone di concessione che si aggira sui 57 milioni di euro l’anno. Così che tra oneri pubblici diversi, per ogni euro incassato da Strada dei Parchi, 62 centesimi vanno allo Stato, sotto diverse formerà a vario titolo. Mentre al concessionario restano solo 38 centesimi ogni euro di pedaggio, con i quali far andare avanti la gestione ordinaria e straordinaria di A24 e A25». L’amministratore delegato della società, Cesare Ramadori, ritiene che sia irricevibile la proposta fatta dal presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, di applicare uno sconto sul pedaggio a fronte della rinuncia a parte della stessa Cosap da riscuotere, «perchè la concessionaria non può per legge aumentare o diminuire le tariffe. In caso di riduzione poi, essendo la gran parte della tariffa di competenza dello Stato, verrebbe accusata di danno erariale, stante l’attuale normativa. Evidentemente – aggiunge Ramadori -, il presidente Di Sabatino non è a conoscenza della circostanza che le tariffe autostradali non sono negoziabili dai Concessionari, in quanto stabilite dal Ministero concedente nell’ambito della disciplina del rapporto concessorio. Compito questo resta in capo allo Stato. Dunque, la Provincia – conclude l’amministratore delegato – se vuole vedere accolta la sua richiesta, una volta concluso tutto l’iter giudiziario, deve proporla al Ministero, che con decreto fissa le tariffe autostradali, sia quelle abruzzesi sia quelle del resto d’Italia. La Regione Abruzzo ad esempio ci risulta che si sta muovendo in questo senso a seguito di una mozione unitaria di tutto il consiglio».
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