TERAMO – Nuovo passaggio nella vicenda giudiziaria del crac della Banca Tercas: la procura di Roma ha formalizzato la richiesta il rinvio a giudizio per quindici dei diciannove indagati e nei giorni scorsi, con un atto del 3 novembre, il gup Giulia Proto ha firmato il decreto che fissa l’udienza preliminare per l’11 febbraio prossimi. Si saprà in quella data se e quanti degli imputati saranno rinviati a giudizio per la gestione dell’istituto di credito teramano che nel periodo dal 2006 al 2012, sotto la guida dell’ex direttore generale Antonio Di Matteo, ha causato perdite per oltre 600 milioni di euro, come accertato dal commissario straordinario della banca Ricardo Sora durante il suo mandato alla guida dell’istituto di corso San Giorgio. Il principale imputato del procedimento è Antonio Di Matteo, ex direttore generale di Banca Tercas. Il reato contestato, come emerge dalla richiesta di rinvio a giudizio allegata, è quello di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità: sono ipotizzati, a vario titolo, ostacolo alle funzioni di vigilanza, appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta e riciclaggio, stabilendo relazioni privilegiate di affari incentrate proprio sul ruolo di Antonio Di Matteo all’interno di Banca Tercas. Un ruolo di primo piano è stato svolto anche da Giampiero Samorì, imprenditore modenese nel settore finanziario e assicurativo, il quale, secondo la procura, «operava come partecipe del sodalizio criminoso e forniva un rilevante apporto alla realizzazione del suo programma». Per quanto riguarda l’ostacolo all’attività della Vigilanza, gli imputati "esponevano fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria di Banca Tercas, ovvero occultavano fatti che avrebbero dovuto comunicare alla Banca d’Italia". Quanto all’appropriazione indebita, gli imputati "si appropriavano, grazie a delibere carenti nell’analisi sulla capacità di rimborso degli imprenditori affidati e spesso adottate in assenza dei requisiti di assoluta e improrogabile urgenza, di ingenti somme di denaro".Le altre persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono: Cinzia Ciampani, compagna di Di Matteo; Francescantonio Di Stefano, imprenditore televisivo, avezzanese come Di Matteo, considerato il “re” delle tv private; Raffaele Di Mario, grande immobiliarista e imprenditore edile molisano, un re del mattone con interessi in tutta Italia; il suo socio Lucio Giulio Capasso; Pancrazio Natali, altro immobiliarista, così come Pierino Isoldi e Vittorio Casale; Gilberto Sacrati, imprenditore noto soprattutto come ex presidente della squadra di basket Fortitudo Bologna; Antio Sarni, patron dell’omonima catena di punti di ristoro presenti lungo molte autostrade italiane; gli imprenditori romani Cosimo De Rosa, Saverio Signori e Paola Ronzio.
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