Prefettura a rischio accorpamento, Brucchi insorge

TERAMO – «Teramo non è e non sarà la Cenerentola d’Abruzzo». Il sindaco Maurizio Brucchi così si prepara a dare nuova battaglia al Governo Renzi dopo che, nell’ambito della ristrutturazione della macchina organizzativa degli enti, si prevede la cancellazione degli uffici della prefettura di Teramo. Le prime indiscrezioni parlano di un probabile accorpamento all’Aquila, che si aggiungerebbe a una lunga fila di enti interessati da questo provvedimento quali l’Agenzia delle Entrate, e la Camera di Commercio. Un ulteriore “scippo” a cui Brucchi dichiara di non voler assistere dopo che «i pasticci normativi dal Governo Monti in poi hanno costretto i sindaci a mobilitarsi prima contro l’abolizione delle Province e adesso a lottare contro i tagli ai servizi e ai Comuni che rappresentano l’ossatura del Paese». Un provvedimento ingiusto per il primo cittadino anche poiché andrebbe a colpire solo il capoluogo teramano lasciando invariati gli assetti degli altri uffici in Abruzzo. «Sono d’accordo che serve una razionalizzazione e che la spending review tocca tutti», ha dichiarato Brucchi, «ma non mi convincono affatto le manovre hanno il sapore del clientelismo. E mi riferisco al fatto che le prefetture di Pescara e Chieti, che hanno territorio contigui e che distano 25 chilomentri l’una dall’altra, rimarrebbero inalterate secondo il disegno del Governo. Con quale logica sopprimere e accorpare Teramo all’Aquila con una montagna che separa due territori?». Il sindaco, già preoccupato dall’avviamento di procedure di mobilità in Provincia a causa dei trasferimenti di competenze dell’ente locale alla Regione, teme il trasferimento di nuove unità lavorative e le conseguenti ripercussioni all’indotto teramano. «Il Governo inizi a tagliare i rmi secchi in cima piuttosto che partire dalle radici», ha concluso il sindaco, «come per la Tasi, sono pronto a mobilitarmi per restituire la fascia dal sindaco e portare la mia battaglia anche in sede di Unione dei Comuni».