ALBA ADRIATICA – Si terrà nel pomeriggio, all’obitorio dell’ospedale di Teramo, l’autopsia sul corpo del clandestino tunisino Akim Hadyi, il 37enne morto ieri sera ad Alba per il colpo a scopo intimidatorio esploso da un brigadiere del nucleo operativo della compagnia di Alba Adriatica in servizio antidroga, per difendersi dal tentativo di accoltellamento minacciato dallo straniero. La eseguirà il medico legale Giuseppe Sciarra che questa mattina ha ricevuto l’incrico dal sostituto procuratore Davide Rosati che coordina le indagini.
La ricostruzione più precisa dell’evento. A quasi 24 ore dall’episodio, comincia a delinearsi meglio il contesto in cui l’incidente si è verificato. I due militari in borghese avevano fatto irruzione nell’appartamento al quinto e ultimo piano del grosso condominio sul lungomare Marconi di Alba dove erano sicuri di trovare il tunisino intento a confezionare dosi di eroina. Quando i residenti nell’abitazione hanno aperto e visto i carabinieri armi in pugno, hanno cercato di respingerli impedendo l’apertura della porta, non riuscendo però nel loro intento. Una volta all’interno i carabinieri, uno dei due tunisini ha finto un malore, gettandosi a terra e gli stessi uomini dell’Arma hanno tentato il soccorso: questo ha permesso all’altro tunisino, di armarsi in cucina con un grosso coltello con cui ha cercato di colpire il brigadiere e il collega. Ne è nata una colluttazione nel corso della quale il sottufficiale ha avvertito lo straniero che avrebbe sparato se non si fosse fermato e quando questi ha spostato la porta d’ingresso a mò di scudo, tirando due colpi di coltello che hanno sfiorato il volto del carabiniere, questi ha esploso il colpo di pistola alle gambe, che ha trapassato la porta. Il proiettile ha centrato la coscia interna della gamba destra di Hadyi, recidendo l’arteria femorale e provocando la quasi istantanea morte per dissanguamento. E’ stato lo stesso brigadiere a chiedere l’intervento del 118 ma all’arrivo del personale sanitario da Sant’Omero e da Giulianova purtroppo per il tunisino non c’era più nulla da fare.
Si cerca il complice che ha buttato la droga nel giardino. Nella confusione generale, l’altro tunisino che si trovava nell’appartamento ha approfittato per darsi alla fuga. Sono in corso le ricerche e le indagini per identificarlo. Costui è quello dei due che i carabinieri hanno notato prendere da un cassetto un involucro e buttarlo da una finestra, nel giardino sottostante. La busta conteneva circa un etto di eroina suddivisa in dosi e c’era anche altro materiale per il confezionamento, segno che la ‘soffiata’ giunta al nucleo operativo era attendibile.
In casa anche denaro falso. In quell’abitazione non c’era soltanto la droga a conferma dell’attività di spaccio gestita dai due tunisini, ma anche del denaro falso. I colleghi del nucleo operativo e quelli del reparto operativo di Teramo hanno infatti rinvenuto una sessantina di banconote da 20 euro false, che venivano utilizzate come cambio denaro per gli acquirenti che così ricevevano anche banconote inutilizzabili.
Chi era la vittima. Era già conosciuta alle cronache la vittima. Con precedenti specifici per droga e resistenza a pubblico ufficiale, non aveva permesso di soggiorno e viveva in questo appartamento che tra l’altro è stato preso in affitto da un altro tunisino sul cui conto sono in corso accertamenti.
Non c’è ipotesi di reato per il carabiniere. Al momento non è stata ancora formulata l’ipotesi di reato a carico del brigadiere che ha sparato, ma nelle prossime ore il magistrato potrebbe anche rilevare la legittima difesa nella condotta del militare dell’Arma.