L’AQUILA – La Procura di Pescara ha chiuso la fase preliminare dell’inchiesta sulla Rimborsopoli alla Regione Abruzzo, siglando tre richieste di rinvio a giudizio, sette stralci verso altre procure per competenza territoriale e sedici richieste di archiviazione. La magistratura adriatica vuole processare a Pescara l’ex assessore regionale e attuale consigliere Mauro Di Dalmazio, e i suoi colleghi della ex giunta Chiodi, Lanfranco Giuliante e Angelo Di Paolo: nei loro confronti l’accusa è di peculato e, ma solo per Di Dalmazio, anche di truffa. Per ques’ultimo gli episodi che i pubblici ministeri Di Florio e Bellelli contestano, per quanto riguarda la truffa. sono i viaggi istituzionali a Cernobbio, Milano, Bilbao in Spagna e circa 38 missioni a Roma. Il peculato riguarderebbe invece l’utilizzo improprio della carta di credito regionale personale nella missione ad Amsterdam e in due trasferte a Roma. Analoghi episodi per Giuliante e Di Paolo, in quella che fu una inchiesta che fece scalpore alla vigilia delle elezioni, che coinvolse tutto l’esecutivo ad eccezione dell’allora assessore ai Trasporti, Giandonato Morra, che la carta di credito non l’aveva. Agli amministratori della legislatura di centrodestra (soltanto tre esponenti della opposizione furono coinvolti nell’indagine) era contestato l’indebito rimborso delle missioni istituzionali in Italia e all’estero, facendo pagare alla Regione anche pernottamenti e cene alle quali partecipavano persone esterne all’Ente. Per l’ex Governatore è stato chiesto lo stralcio della posizione per competenza territoriale di un’altra procura italiana. Le richieste di archiviazione riguardano Lanfranco Venturoni, Federica Carpineta, Giorgio De Matteis, Cesare D’Alessandro, Ricardo Chiavaroli, Franco Caramanico, Nicola Argirò, Emilio Nasuti, Antonino Marfisi, Alessanda Petri, Antonio Prospero, Lorenzo Sospiri, Giuseppe Tagliente, Nicoletta Verì, Luciano Terra e Carlo Costantini.