TERAMO – “E’ necessario chiarire al piu’ presto la situazione relativa all’Imu agricola, a partire dalla data di scadenza che non e’ piu’ chiaramente sostenibile”. Interviene Coldiretti Abruzzo in riferimento all’esito dell’udienza in camera di consiglio, davanti alla seconda sezione del Tar del Lazio che ieri non ha concesso una nuova sospensiva e decidera’ direttamente nel merito sui ricorsi con i quali un serie di Comuni e di Anci regionali contestano il decreto sull’Imu sui terreni agricoli per i Comuni montani. In linea con la posizione confederale, per la federazione regionale Coldiretti Abruzzo “e’ necessario mantenere l’impegno a rivedere anche per il 2014 le evidenti incongruenze nei criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli in base all’altitudine in cui si trova la sede del Comune, nel rispetto della fondamentale scelta di mantenere l’esenzione dell’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali”. Coldiretti Abruzzo ricorda che la discussione relativa all’imposta da applicare ai terreni agricoli e’ stata innescata dal decreto del 28 novembre 2014 del ministero delle Finanze, con il quale sono stati modificati i criteri per la classificazione dei terreni agricoli mediante l’individuazione di un unico parametro, quello dell’altitudine del centro cittadino fissato in base ai rilevamenti dei dati Istat. Sulla base di questa classificazione la mappatura dei terreni agricoli assoggettati a Imu rispetto alla previgente normativa ha subito una radicale modifica che, nei fatti, prevede dal primo gennaio 2014: Imu dovuta per tutti i terreni ubicati in Comuni aventi un’altitudine al centro fino a 280 mt (in questo caso gli imprenditori agricoli professionali hanno diritto ad un’ agevolazione sul calcolo); Imu dovuta per tutti i terreni ubicati in comuni compresi tra 281 e 600 mt (salvo quelli condotti da professionali per i quali non risulta dovuta imposta); Imu non dovuta per i terreni ubicati in comuni con altitudine superiore a 600 mt. Scadenza del versamento fissata dalla legge di stabilita’ al 26 gennaio prossimo. In linea generale una Regione come l’Abruzzo in cui la vecchia classificazione prevedeva l’applicazione dell’Imu ad una minima parte del territorio (piu’ del 85% dei terreni erano considerati esenti dall’imposta) la situazione risulta radicalmente modificata. Sono pochi i Comuni che con la nuova classificazione rimangono esenti totalmente dall’imposta: 85 in provincia dell’Aquila (la meno penalizzata dalla rimodulazione); 32 in provincia di Chieti; 6 in provincia di Teramo; 6 in provincia di Pescara. “La classificazione dei terreni in base all’unico parametro che e’ rappresentato dall’altitudine del centro cittadino e’ un criterio che determina diverse disparita’, vista anche la conformazione e la morfologia del territorio italiano, e abruzzese in particolare – spiega Coldiretti Abruzzo -. Accadra’ che terreni confinanti ubicati su Comuni diversi avranno un differente trattamento per il semplice fatto che il Palazzo Comunale si trova ad una diversa altitudine. Pertanto, bene da un lato il criterio della professionalita’ quale elemento agevolativo, ma va considerato diversamente il criterio dell’ altitudine che crea notevoli sperequazioni e su cui si spera ancora in una revisione. Questo totale scenario di incertezza e di continuo avvicendarsi della norma – conclude Coldiretti Abruzzo – crea una confusione notevole soprattutto in considerazione della imminente scadenza per il pagamento, prevista lunedi’ 26 gennaio”.
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