TERAMO – Difesa del punto nascita dell’ospedale di Atri e adesione alla manifestazione contro la chiusura, indetta per sabato prossimo. In questo caso l’”accoppiata” che eleva con fermezza la propria protesta, è formata da Cgil provinciale e Nuovo Centrodestra. In due seppur distinti comunicati stampa, il segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil, Amedeo Marcattili e il consigliere regionale di Ncd Giorgio D’Ignazio, annunciano l’adesione alla manifestazione, difendono il punto nascita, se la prendono con il governo regionale (e con la Asl) e chiedono di rivedere la decisione di chiusura. "Sono mesi che porto avanti una battaglia in difesa del punto nascita del San Liberatore di Atri, ribadendo come un sistema socio-sanitario che metta realmente il benessere del cittadino al centro non possa ignorare la voce delle mamme che in quel luogo hanno dato alla luce i propri figli e che sabato prossimo parteciperanno all’azione di protesta lanciata dal comitato "Il San Liberatore non si tocca" proprio per difenderlo. Quale migliore testimonianza dell’efficienza dei servizi erogati e di apprezzamento per la competenza e la professionalità dell’équipe medico-infermieristica che vi opera?" E’ l’accorato appello del consigliere regionale NCD, Giorgio D’Ignazio, il quale insiste sulla necessità di non chiudere, come invece è ormai deciso, il punto nascita di Atri. "È per questo motivo – prosegue il consigliere – che sollecito nuovamente una riflessione sulla sua paventata chiusura. È una contraddizione in termini che sia proprio una regione che si professa all’avanguardia ed efficiente a privare i cittadini di un servizio che loro stessi hanno definito essenziale e che sotto il profilo parametrico ha superato la soglia dei cinquecento parti annui. Auspico pertanto che il Presidente D’Alfonso effettui ulteriori approfondimenti prima di assumere una decisione così fortemente penalizzante per il territorio”. La FP CGIL di Teramo, dal canto suo, apri la nota annunciando di aderire “alla manifestazione di sabato 21 febbraio ad Atri” E si domanda:” Si continua con lo smantellamento di servizi e reparti nei vari Presidi, oggi Atri ieri Giulianova e S.Omero, domani” ? Qui la critica a governo centrale e locale: “I nostri governanti devono capire che non è possibile dirigere la sanità in maniera ragionieristica, un servizio sociale non si quantifica soltanto in denaro ma soprattutto quali diritti e tutele vengono meno ai cittadini, si può risparmiare in tanti modi se solo ci fosse la volontà”. E si chiude con la promessa: ”Siamo vicini alla comunità di Atri ed ai lavoratori di quel Presidio, come FP CGIL metteremo in campo tutte le iniziative atte a far si che si torni indietro su questa scelta scellerata, invitiamo tutti i nostri iscritti a partecipare al corteo di sabato”.