TERAMO – C’è anche il fresco ex presidente della Cpl Concordia, Roberto Casari, finito agli arresti nell’inchiesta sulla metanizzazione di Ischia, tra i cinque indagati che domani compariranno dinanzi al gup di Teramo che dovrà decidere se rinviarli a giudizio per disastro colposo. L’inchiesta è quella sull’esplosione dell’asilo di Piano d’Accio a Teramo, il 3 ottobre 2013, che solo per una pura coincidenza – i bambini avevano lasciato da poco la scuola dopo l’orario pomeridiano – non provocò una strage. Il pm Stefano Giovagnoni ha chiesto il processo per Casari e altri quattro tra dirigenti e tecnici della coop modenese, tra i quali i teramani Alfredo Lupi, di Sant’Omero, responsabile dell’area tecnica Abruzzo della Cpl e Walter Lucidi, di Controguerra, dipendente dello stesso ufficio. Secondo la Procura, la ditta Cpl Concordia, affidataria della gestione degli impianti termici in gara Consip per conto dell’Amministrazione comunale di Teramo, non aveva gestito alla perfezione la manuntenzione del vano caldaia nel quale si verificò la tremenda esplosione. In particolare le accuse riguardano due aspetti tecnici: la celletta in cui era alloggiato il contatore, da cui è partita la fuga di gas, non sarebbe stata realizzata a norma; anche il vano caldaia peccava del rispetto di alcune norme di sicurezza, in particolare una griglia di aerazione di dimensioni inferiori al necessario e posizionata in un punto sbagliato, tanto da non consentire una rapida fuoriuscita del gas in eccesso verso l’esterno.
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