TERAMO – Per due anni, in numerose occasioni, avrebbero timbrato il cartellino in un ufficio diverso dalla propria sede di lavoro, ‘rubando’ così tutta una serie di ore alla Asl con un danno per l’azienda sanitaria di migliaia di euro. Un’accusa per la quale questo pomeriggio il gup del Tribunale di Teramo, Domenico Canosa, ha rinviato a giudizio per truffa aggravata Sergio D’Ostilio – tecnico coordinatore della prevenzione del Sian (servizio igiene degli alimenti e della nutrizione) ed ex vicesindaco di Bisenti -, Algesirio Volpi – tecnico della prevenzione del Sian – e Guido De Carolis – tecnico del servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl di Teramo. Insieme a loro sono finiti a processo, con la prima udienza fissata per il 12 gennaio 2016, anche il dirigente del Sian Maria Maddalena Marconi e il dirigente del settore prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, Valerio Benucci, che devono rispondere di concorso in truffa aggravata con gli altri imputati perché accusati di averli autorizzati illegittimamente a timbrare in altre sedi rispetto a quella di lavoro. L’indagine che ha portato i cinque a processo, con D’Ostilio che deve rispondere anche di peculato in relazione all’accusa di aver utilizzato indebitamente l’auto di servizio, era scattata nel 2012 in seguito ad alcune segnalazioni arrivate sul tavolo del pm Davide Rosati e relative a presunte timbrature illegali al Sian e nel 2013 aveva portato alle misure, poi revocate, dell’obbligo di dimora a Bisenti per D’Ostilio, della sospensione dal servizio per Volpi e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per De Carolis. La Asl si è costituita parte civile.
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