TERAMO – Quarantatrè cantieri aperti in tutta la provincia per un importo complessivo di 13 milioni e 222 mila euro di lavori. L’ultima consegna in ordine di tempo è la realizzazione del ponte della Nocella di Campli per un importo di 1 milione e 600 mila euro. La struttura sorgerà sulla provinciale 262 a fianco del vecchio ponte in pietra non adeguabile agli standard di sicurezza e transitabilità. A realizzare l’opera in 289 giorni sarà la ditta Iervella Costruzioni. Nel pacchetto delle opere vi sono interventi di somma urgenza per la sistemazione dei danni procurati alla rete stradale dall’alluvione di marzo 2015; progetti del fondo alluvione 2011 e lavori di straordinaria manutenzione o di investimento su nuove opere come nel caso di Campli. “Altri cantieri apriranno a breve perché sono in corso le procedure di gara e stiamo aspettando la firma dei contratti con le ditte aggiudicatarie – afferma il consigliere delegato Mauro Scarpantonio che aggiunge – come si evince dall’elenco degli interventi (in allegato ndr) stiamo lavorando su tutta la rete provinciale rispettando sia il criterio delle priorità che quello dei territori”. Intanto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento del Governo che riconosce lo stato di calamità per l’alluvione di marzo e alla Provincia di Teramo è stato riconosciuto per intero il bilancio delle somme urgenze (i lavori avviati per ripristinare la viabilità sulle strade danneggiate): circa 3 milioni e 300 mila euro. Altro discorso, e altre cifre, per gli interventi necessari a ricostruire il territorio danneggiato dopo la combinazione di pioggia, neve e vento dei primi giorni di marzo: la stima, in questo caso, sale a oltre 70 milioni di euro. Risorse che bisognerà trovare con altre fonti di finanziamento. Intanto, la Provincia, che com’ è noto deve fare i conti con una difficile fase di transizione e il taglio di numerosi milioni di euro da parte dello Stato, ha fatto un lavoro di riaccertamento sui residui che giacevano nelle pieghe del bilancio. Particolarmente significativi i residui delle opere pubbliche (strade e scuole) che, in alcuni casi, datano 1980. Si tratta di somme avanzate dal costo di progetto e che potranno essere reinvestite per opere pubbliche. Il riaccertamento, ad oggi, ha portato alla luce un “tesoretto” di circa 2 milioni di euro. “Un lavoro, questo del riaccertamento dei residui delle opere pubbliche, particolarmente certosino, che sta investendo diversi uffici impegnati a revisionare tutti i procedimenti che, per un motivo o per l’altro, non erano stati chiusi e che presentano un saldo positivo per l’ente. Risparmi su opere realizzate che potremo richiedere alla Cassa depositi e prestiti o riattivazione delle progettazioni laddove l’opera era bloccata. Stiamo rimettendo in moto la macchina amministrativa laddove sono state rilevate delle criticità che oggi, stante il disavanzo di sei milioni in bilancio, non possiamo più permetterci” dichiara il presidente, Renzo Di Sabatino.