TERAMO – Studiare per mettere a segno nuove colture, che rispettino la tradizione dell’economia e dell’ambiente e si aprano a nuovi mercati. Per aprire un confronto sui risultati ci sarà, alla facoltà di Medicina Veterinaria a Piano d’Accio, la Conferenza finale del progetto pilota “Ostrea Abruzzo” – Programma Operativo FEP 2007/2013 – avviato dall’Università di Teramo nella primavera dello scorso anno con l’obiettivo specifico di stimolare attività produttive compatibili con l’ambiente, come la molluschicoltura, “che possano offrire – ha spiegato Pietro-Giorgio Tiscar, docente della Facoltà di Medicina Veterinaria e coordinatore del progetto “modelli gestionali capaci di penetrare in mercati potenzialmente ancora aperti e offrire lo spunto per portare avanti proposte concrete a carattere regionale e, in prospettiva, nazionale o internazionale”. La presenza infatti, di una produzione quale quella delle ostriche piatte in Abruzzo, ha aggiunto, qualora “gestita secondo tecnologie innovative, può inserirsi in un mercato normalmente dominato da importanti quote di importazione atlantica. Inoltre, la prospettiva di aprire settori di mercato di un prodotto caratterizzato da criteri di sostenibilità ambientale e identità territoriale offre importanti opportunità di sviluppo locale”. Partner dell’Università di Teramo nel progetto sono stati: gli impianti pilota Adriatica Offshore di Giulianova e SILMAR di Vasto, i due Gruppi di Azione Costiera della Regione Abruzzo Costa Blu e Costa dei Trabocchi, la Società Italiana Ricerca Applicata Molluschicoltura (SIRAM) e le Associazioni Qualità Abruzzo e Slow Food Abruzzo-Molise.
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