TERAMO – Si scatena il capogruppo PD in Consiglio comuinale, Gianguido D’Alberto. L’argomento resta la TeAm ma l’attacco passa per l’assessore all’Ambiente Rudy Di Stefano, che D’Alberto definisce in una nota “parziale”, visto che la delega ai rapporti con la TeAm è stata trattenuta dal sindaco, Maurizio brucchi e non è andata allo stesso Di Stefano. “Le recenti dichiarazioni con cui l’assessore parziale all’Ambiente Di Stefano ha preso le distanze e ha attaccato l’operato della Teramo Ambiente costituiscono l’ennesima dimostrazione di una maggioranza ormai allo sbando che conferma quotidianamente l’incapacità di amministrare ogni aspetto della vita cittadina” dice D’Alberto. Con quale credibilità solo ora, si domanda, “l’assessore parziale all’Ambiente si preoccupa delle inefficienze della nostra partecipata? Dov’è stato e cosa ha fatto in questi 6 anni? Non sono sufficienti semplici segnalazioni ad evitare la piena corresponsabilità politica sugli errori compiuti che hanno pagato i cittadini sia in termini di elevati costi e di poca qualità dei servizi. Pertanto sotto l’aspetto politico questa tardiva ed imbarazzante presa di posizione altro non è che un attacco diretto dell’assessore parziale all’Ambiente al suo Sindaco che lo ha privato in questi 6 anni della delega ai rapporti con la società che di fatto gestisce il 90% delle questioni ambientali del nostro comune. Una delega che il Sindaco, commissariando di fatto in partenza il suo assessore, ha in questi anni trattenuto e custodito gelosamente, conducendo con le sue scelte scellerate la società e i dipendenti soprattutto i più deboli, in una situazione prossima allo sfascio con ripercussioni inevitabili sulla collettività dei teramani”. Poi D’Alberto torna sui fatti più strettamente tecnici: “Sotto invece l’aspetto amministrativo riguardo alle attività del verde pubblico, registriamo una nuova gestione scriteriata di questa amministrazione che, dopo aver ridotto all’osso l’importo lasciato per l’attività della Te.Am con il rischio di mandare in esubero i lavoratori, dopo il 30 aprile ha stanziato 40.000,00 € prima e 100.000,00 € poi affidando fino ad ora il relativo servizio in via diretta senza alcuna forma di evidenza pubblica e senza neppure un minimo confronto concorrenziale che avrebbe consentito per i cittadini un miglior servizio al minor costo. A prescindere dalla legittimità, per quale ragione si continuano a fare affidamenti diretti senza gare? Anche questa vicenda conferma come i lavoratori e i cittadini teramani continuino a pagare per le decisioni scriteriate di questa amministrazione e soprattutto per le fratture e le rivalse politiche di una maggioranza di centro destra che ormai non esiste più e che, tra imbarazzanti tentativi di rimpasti e un conclave, ha come unica preoccupazione quella di prolungare l’agonia di un potere che ormai svuotato del consenso della fiducia della collettività teramana”.
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