TERAMO – Il Comune ha messo in pratica la normativa vigente, adottando anche misure superiori a quanto indicato dalla legge e senza commettere errori. E’ questa, in sostanza, la replica che dal Palazzo di città arriva sulla vicenda dei ricorsi alle oltre 14mila sanzioni notificate per gli accessi irregolari ai varchi della zona a traffico limitato in centro storico. «Il sistema che controlla l’accesso i a varchi è di assoluta garanzia – scrive l’amministrazione comunale – superiore tecnicamente e nella dotazione informatica: il non completo funzionamento dello stesso, peraltro preventivabile per la fase di attivazione, è comunque assistito da una serie di misure che ne assicurano la regolarità. L’attivazione del servizio è stato ampiamente pubblicizzato ed è stato rispettato un periodo di pre-esercizio che è durato addirittura 180 giorni invece dei prescritti 30: era stato infatti avviato dall’amministrazione comunale sin dall’autunno scorso, portandolo a sei mesi di anticipo rispetto all’avvio del sistema, e questo proprio per evitare che i cittadini potessero incorrere in sanzioni. In tale periodo sono state messe in atto tutte le attività previste dal Ministero dei Trasporti. Va anche precisato che le autorizzazioni rilasciate sono circa 1600. Quanto al rispetto della privacy, si sottolinea come il sistema utilizzi strumenti che non intercettano l’ambiente ma che esso registri unicamente ed esclusivamente la targa degli autoveicoli, senza fotografare chi si trova nell’abitacolo. Alla luce di ciò, l’amministrazione ritiene di aver fatto ogni cosa per tutelare i diritti dei cittadini, favorire la conoscenza delle modalità di accesso o meno nella Ztl, garantire gli obblighi normativi inerenti il sistema introdotto. «L’amministrazione – conclude la nota diffusa dal Comune – è anche consapevole che ci sono casi particolari, seppur sporadici, che verranno trattati con attenzione e nel rispetto delle leggi vigenti». A margine della precisazione, il Comune ritiene utili informare i cittadini che, pur nel rispetto del loro diritto a proporre ricorso ai sensi di legge contro i verbali, qualora dovesse verificarsi, come l’amministrazione ritiene, l’infondatezza delle ragioni addotte dalla consigliera Di Pasquale, la legge prevede che l’importo dell’ammenda raddoppi.
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