Ricatto a luci rosse a Chiodi, quattro indagati

TERAMO – Avrebbero chiesto una tangente di 35mila euro all’ex Governatore, Gianni Chiodi, per fermare la produzione di un presunto film a luci rosse su di lui, all’indomani della vicenda Rimborsopoli e della famigerata notte in hotel con la ex consigliera di parità Letizia Marinelli. Secondo quanto anticipato dal quotidiano il Centro, il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, avrebbe indagato quattro persone, tra i quali l’editore di Tv Più, Gianfranco Marrocchi, per concorso in estorsione, per aver ricattato non solo Chiodi ma anche la senatrice Pezzopane, della quale avevano fatto girare su Internet foto ritoccate e particolari falsi di sue avventure piccanti con il fidanzato Simone Coccia Colaiuda, tra le quali la famosa immagine nella vasca idromassaggio con Fabrizio Corona. Entrambi i politici avevano presentato denuncia alla Digos e da qui l’inchiesta. Nel caso di Chiodi, in particolare, la notizia di una troupe impegnata in Abruzzo per girare un film sulla vicenda dello scandalo che aveva coinvolto il politico teramano, era stata fatta girare ad arte per creare l’aspettativa: c’erano gli attori, c’era una richiesta di intervista alla Marinelli, c’era soprattutto la data dell’uscita, maggio 2014, proprio in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale dell’Abruzzo. L’alto rischio di influenzare la candidatura di Chiodi alla rielezione era stato la leva che aveva spinto i quattro a chiedere all’ex Governatore il versamento dei 35mila euro per fermare la produzione del film.