TERAMO – E’ con l’assoluzione per tutti gli imputati, con la formula "perché il fatto non è previsto dalla legge come reato", che il giudice Enrico Pompei, questo pomeriggio, ha messo la parola fine in primo grado alla vicenda giudiziaria relativa al centro di fecondazione assistita della Asl di Teramo che, secondo l’accusa, fu aperto senza le necessarie autorizzazioni. Un’accusa che aveva visto finire a processo l’ex responsabile dell’unità operativa semplice di fisiopatologia della riproduzione e procreazione medicalmente assistita Francesco Ciarrocchi, l’ex manager della Asl Giustino Varrassi, l’ex direttore sanitario della Asl Camillo Antelli, il direttore medico del presidio ospedaliero Gabriella Palmeri e il direttore del dipartimento materno infantile Goffredo Magnanimi, che dovevano rispondere di violazioni del testo unico delle leggi sanitarie e della legge regionale 32 del 2007 che disciplinano l’apertura delle strutture sanitarie. A Ciarrocchi, inoltre, veniva contestata anche la violazione del decreto legislativo 191 del 2007 che disciplina le norme relative alla qualità e sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani. Per i pm Davide Rosati e Irene Scordamaglia il centro per la procreazione medicalmente assistita della Asl di Teramo fu attivato senza che la struttura fosse in possesso delle relative autorizzazioni, operando in maniera illegittima per otto mesi durante i quali furono erogate 738 prestazioni. Mesi durante i quali Ciarrocchi, nella sua veste di ginecologo "avrebbe prelevato, lavorato e distribuito cellule destinate all’applicazione nell’uomo senza le relative autorizzazioni". Accuse cadute in dibattimento. L’inchiesta scattò nel 2012, quando il relativo laboratorio fu sequestrato al termine di una lunga indagine condotta dalnucleo investigativo dei Carabinieri, dai Nas e dal nucleo tributario della Guardia di Finanza; nella scorsa udienza la procura aveva chiesto la condanna ad un anno e un mese di reclusione per Ciarrocchi e a un mese per tutti gli altri.
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