TERAMO – In attesa della pubblicazione della sentenza sul caso Savona-Teramo, che con il passare delle ore diventa sempre più complessa di quanto affrettate valutazioni potessero far pensare, tiene ancora banco la contrapposizione mediatica e verbale tra il Teramo e l’Ascoli, quest’ultima protagonista di una ‘storica’ quanto clamorosa parata dirigenziale dinanzi al Tribunale federale nazionale nel ruolo di terza interessata. E’ appena di ieri l’intervento, ancora una volta apparso fuori luogo e affrettato, del legale che tutela gli interessi bianconeri, l’avvocato Grassani, che ha bollato come "partita combinata" quella su cui un collegio giudicante di cinque membri sta ancora decidendo, con l’evidente e malcelato interesse, ancora una volta, di esercitare ‘pressione’ sull’organo decisionale. Il Teramo oggi replica ribadendo che proprio in relazione «a quanto apparso, oggi, sulle pagine di autorevoli quotidiani sportivi nazionali, circa la netta spaccatura che sta emergendo nel Tribunale Federale Nazionale sulla decisione da assumere», si rafforza «la convinzione di vedere prosciolto il proprio presidente Luciano Campitelli e, quindi, di vedersi confermata la promozione in Serie B, essendo tramontata l’ipotesi avanzata dalla Procura Federale della condanna della Società a titolo di responsabilità diretta». E’ altrettanto forte l’esecrazione nel cercare di capire «a quali fonti interne federali e godendo di quali introdotte conoscenze abbia attinto la notizia il legale dell’Ascoli Picchio, per annunciare trionfalisticamente la promozione in B del Sodalizio bianconero». Su questo aspetto è duro il giudizio della società di via Oberdan: «Sicuramente, la promozione medesima non può essere letteralmente regalata (!!!) ad una Società che, staccata di cinque punti in classifica, subito eliminata ai playoff, mostratasi eccelsa solo per la sua disonorevole etica, chiaramente non consona alla storia del club, come confermato dalla presenza in prima fila dei suoi vertici dirigenziali al completo durante il processo, deve ancora essere giudicata per un illecito sportivo, commesso in una gara decisiva ai fini del campionato, alla terzultima giornata a Santarcangelo, e per la quale sono stati emessi regolari avvisi di garanzia dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – si legge nella nota del club biancorosso -». Da qui la domanda: «Nel caso di condanna, per qualsiasi ragione, dell’Ascoli Picchio nel prossimo campionato, chi e come risarcirà la Teramo Calcio?». Il Teramo alla nota ha allegato anche la copia delle due denunce che, nello scorso mese di giugno, lo stesso Ascoli ha prodotto alla Procura federale contro il Teramo, sottoscritte dal presidente Francesco Bellini, in cui tra l’altro «definiva un’aberrazione giuridica eventuali provvedimenti aventi decorrenza ed effetti sul campionato 2015/16». Denunce che il presidente ascolano, in un’intervista rilasciata di recente, ha disconosciuto, dimenticando di averle formalizzate.
«Attesi, pertanto – conclude la nota del Teramo Calcio -, l’andamento e le risultanze del processo e riponendo, ancora oggi, la massima fiducia nel Collegio giudicante della Figc e nella sentenza di primo grado che verrà a breve emessa, nonostante le inspiegabili ed anche intempestive rivelazioni di contrario tenore offerte dall’avvocato Grassani, ed, ancor più, considerando il contrasto valutativo all’interno del Collegio giudicante, determinato dall’insanabile dubbio innanzi citato, siamo ancor più consapevoli della nostra innocenza e fermamente convinti di avere il sacrosanto ed ineliminabile diritto a disputare quella storica Serie B, conquistata con assoluto valore, unanimemente riconosciuto da tutti, in ogni stadio d’Italia».