Brucchi: «Braga, nel giorno del finanziamento arriva lo sfratto dall'Università»

TERAMO – Non è ottimista, nonostante il contributo straordinario deliberato dalla Regione, sul futuro del Braga il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, intervenuto a sottolineare anche l’esclusione della Riccitelli dalla legge regionale. Il Braga è sempre più un caso per Brucchi, che teme per il destino dell’Istituto musicale: «La situazione è sempre più grave – sostiene il primo cittadino – e nonostante gli sforzi prodotti credo che non si troverà una soluzione. Il Braga non ha una sede: proprio oggi l’Università ha sfrattato l’istituto dalla sede di Colleparco. quella di piazza Verdi non è agibile e servono interventi sostanziosi. Ci sarebbe la Molinari ma fino al prossimo 15 dicembre è nella disponibilità dell’Università e comunque bisogna liberare gli spazi». Quanto alle risorse, Brucchi accusa le defezioni: «Il Comune di Giulianova – dice – non finanzia più il Braga, già da quest’anno, mentre lo scorso anno aveva ridotto il contributo. Nessuno dice nulla ed intanto un socio fondatore si chiama fuori. La Regione ha deliberato il contributo straordinario di 150mila euro ma i nostri consiglieri di centrodestra Chiodi, Gatti, Di Dalmazio e D’Ignazio, ne avevano chiesti 200mila e Provincia, e senza il loro apporto la maggioranza in Regione non sarebbe stata in grado di votarlo. Il Governo Nazionale fa orecchie da mercante e resto in attesa della risposta del sottosegretario D’Onghia e nell’attesa non arriva alcuna notizia se non una sola, efferata: i soldi per il Braga non ci sono più perchè già redistribuiti tra gli altri istituti pareggiati. La Provincia di Teramo, unico assente giustificato, mette in bilancio 50mila euro e promette una sede che poi non riesce a garantire». Infine, le preoccupazioni per il Braga, la cui stagione di prosa è a rischio. Brucchi punta il dito contro la Regione che ancora una volta, nonostante la richiesta a gran voce dei consiglieri di centrodestra, anche nell’ultima legge regionale ha escluso dal finanziamento la società del teatro teramana, dopo la precedente estromissione dalla programmazione nazionale sulla ripartizione delle risorse per la cultura.