L’AQUILA – Sull’ipotesi dell’introduzione di un ticket sanitario per i soccorsi in montagna arriva la pietra tombale di chi in montagna questo servizio lo svolge, in Abruzzo, da ben 55 anni: il Corpo nazionale di soccorso alpino (Cnsas). A ritenere infatti che una tale normativa, «benché valida per alcune realtà regionali, sia del tutto estranea alla realtà abruzzese» è il presidente dell’organizzazione tecnico-sanitaria, Giulio Giampietro. Nel ricordare che il Corpo nazionale di soccorso alpino, secondo la normativa vigente, è l’unico interlocutore con cui le Regioni attuano il servizio pubblico di elisoccorso 118 – in quanto riconosciuto come unico corpo in grado di offrire assistenza sanitaria grazie alla propria componente medica -, Giampietro chiarisce senza mezzi termini la posizione del Cnsas: «I dati statistici non lasciano intravedere una fattibilità del soccorso a pagamento in montagna. Nessuno ha pensato fino a oggi, nella discussione su questo aspetto, di interloquire con la Sanità regionale, che poi sarebbe quella deputata alla riscossione e all’utilizzo delle somme che ne deriverebbero». Per una valutazione attenta, secondo il Soccorso alpino, occorre basarsi «sulla realtà dei numeri di intervento annuali, sulla tipologia degli stessi, sull’uso o meno del mezzo aereo, sulle cause che determinano l’incidente e la conseguente richiesta di soccorso, sul diritto civile, ma anche morale di essere soccorsi. Non riusciamo ad immaginare come si potrebbe, ad esempio, emettere una fattura nei confronti dei familiari di un ipotetico sventurato deceduto in montagna per incompetenza o imperizia o ancora incoscienza, per il recupero della sua salma». Valutare dunque molto bene l’impatto, anche sociale, di queste scelte, dicono al Corpo nazionale di soccorso alpino e piuttosto prendere con più decisione la strada della divulgazione e della sensibilizzazione, tipo le iniziative nazionali di Cnsas “Sicuri in montagna”, “Sicuri sul sentiero” o “Sicuri sulla neve” divenute ormai punto di riferimento per chi si avvicina all’ambiente montano. E al passo con la tecnologia, la diffusione del sistema nazionale di allarme satellitare per smartpgone, i noto GeoResq, a disposizione di tutti. Dunque, piuttosto che una gabela, puntare decisamente sulla sensibilizzazione alla sicurezza.
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