Banca Spoleto: inchiesta su Bankitalia, indagato il presidente Tercas Brancadoro

TERAMO – Rimbalza ancora una volta dalla Banca Popolare di Spoleto, che gli ambienti bancari teramani conoscono per affinità di vicissitudini, il terremoto giudiziario che sta facendo tremare gli ambienti della finanza italiana, a partire da Bankitalia. Qualcuno, nello specifico un magistrato che risponde al nome del pubblico ministero Gennaro Iannarone, ha iscritto nel registro degli indagati 8 persone: il Governatore di via Nazionale, Ignazio Visco e i suoi ispettori e vigilanti, tra i quali c’è anche il professor Gianluca Bracandoro, docente di UniTeramo ma soprattutto attuale presidente di Banca Tercas. La ‘bomba’ giudiziaria è stata svelata oggi dal "Fatto quotidiano", che scopre un’inchiesta avviata da settembre, che a Spoleto sta dando concretezza e voce a situazioni e sospetti che a Teramo invece è sono rimasti soltanto nei commenti di piazza o nelle chiacchiere dei corridoi delle banche. Il coinvolgimento del presidente Brancadoro – in qualità di commissario nominato a Spoleto da Bankitalia – e gli altri per contestazioni di reato che vanno dall’abuso d’ufficio alla “corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio” all’”infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità”, non è il solo legame con la vicenda Banca Tercas. Leggere il caso giudiziario e la storia della Banca di Spoleto significa leggere allo specchio quella dell’istituto di corso San Giorgio degli anni dal 2012 al 2014. Anche a Spoleto su conti apparentemente solidi è intervenuta Bankitalia con un commissariamento; anche a Spoleto il commissario inviato da Palazzo Koch ha svalutato tutto il patrimonio della banca umbra, portando a zero il valore delle azioni e poi vendendo a Banco Desio che non era nemmeno il miglior offerente. Tutto uguale a Banca Tercas, ma con sostanziali differenze: a Spoleto qualcuno, leggi il socio di maggioranza, 21mila soci con il 51 per cento delle azioni, ha fatto prima ricorso ai giudici amministrativi e ottenuto ragione dal Consiglio di Stato che ha ritenuto illegittimo il commissariamento, e poi alla procura, avviando questo piccolo, si fa per dire, terremoto giudiziario. A Teramo invece, solo chiacchiere e nessuna azione legale, anzi, fermi ad assistere a una spoliazione e ad una cessione di fatto gratuita di due banche in colpo solo. E adesso? L’esempio di Spoleto – che qualche imbarazzo intanto al presidente Brancadoro lo ha consegnato –  potrebbe servire, soprattutto se serve a smascherare un modus operandi di Bankitalia che vede mettere in crisi il suo sistema di vigilanza: la chiosa del Fatto quotidiano è emblematica quando parla di una Banca d’Italia “in questi ultimi anni spesso più attenta a fare politica industriale che nel settore del credito che vigilanza”.