TERAMO – L’ex patron del gruppo Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, è stato condannato a 10 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. Nello stesso processo la moglie Anna Maria Sollecito è stata condannata a 5 anni e 5 mesi di reclusione, la figlia Chiara a quattro anni e cinque mesi. I tre componenti del collegio sindacale sono stati assolti perchè il fatto non costituisce reato.
Il pubblico ministero Pietro Mennini aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per Vincenzo Angelini, sette anni di carcere per la moglie Anna Maria Sollecito, accusata come l’ex magnate della sanità abruzzese di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, e tre anni e sei mesi per la figlia Chiara. Cinque anni di reclusione invece erano stati chiesti per i tre componenti del collegio sindacale di Villa Pini, Lorenzo Appignani, Eugenio Ascione e Giovito Di Nicola, accusati di omesso controllo. Il crac della clinica privata Villa Pini per il curatore fallimentare del gruppo, l’avvocato Giuseppina Ivone, è addebitabile "alle distrazioni che si sono realizzate almeno per 30 milioni di euro dal 2005 al 2010". Per la difesa di Angelini la crisi del gruppo (con varie strutture in Abruzzo) è addebitabile, invece, al mancato versamento di 150 milioni di euro da parte delle Asl. In base alle dichiarazioni di Angelini scattò l’inchiesta della procura di Pescara che nel 2008 decapitò la Giunta regionale di centrosinistra guidata dall’ex ministro, presidente antimafia e parlamentare europeo, l’abruzzese Ottaviano Del Turco.