TERAMO – (jacopodifrancesco) Certo, rispetto alle ultime uscite che ricordavamo è più tranquillo, voglioso. Ovviamente. Ma quello che ha parlato nella sala stampa del "Bonolis" è un patron Luciano Campitelli preoccupato per la sua squadra, per la sua classifica. Il giusto, ma preoccupato. «Sono qui perché non parlavo da tempo, e volevo ringraziare i nostri abbonati – ha esordito -: nonostante non siano alti, abbiamo numeri veri. Il pubblico sta dimostrando educazione e maturità, in un momento non facile per i ragazzi. Vivarini è un grande allenatore, e il suo contratto scadrà tra due anni. Questa società ha un bilancio grande, 3,6 milioni di euro, ma abbiamo deciso di affrontarlo per la prima volta con amore, i nostri tifosi lo meritavano». Poi il discorso si è spostato sul futuro, prossimo e più lontano: «Non dico dove, ma il Teramo ha dimostrato di poter stare lì, e vi assicuro che non so quando ma ci torneremo; la cosa che mi dispiace di questa storia è non poter stare vicino ai ragazzi come prima. Grazie ai nostri direttori (D’Aniello e Scacchioli, ndr) stiamo ottenendo grandi risultati a livello giovanile, e contiamo di finire al più presto la struttura dell’Acquaviva». Quando gli viene chiesto se si sente la mancanza di un direttore sportivo, risponde così: «Oggi serve far salire in prima squadra due giovani l’anno e serve avere occhi su tante partite in varie categorie. Io preferisco avere un team, non uno che si occupi solo della prima squadra». Riguardo alla situazione attuale, questa la sua opinione: «Abbiamo rifirmato i giocatori dell’anno scorso a cifre importanti, perché nella vita è giusto dare premi. Ma poi quel premio devi amarlo, non rilassarti: da qui a gennaio, da gennaio a giugno, sono tutti sotto esame. Il Teramo ha un progetto da seguire. Sono sicuro che il nostro limite è solo mentale, dobbiamo assolutamente pensare partita per partita e portare a casa 6 punti nelle prossime due; poi si vedrà, bisogna smettere di pensare che siamo i più bravi». Sono arrivate parole forti, volte a fare chiarezza su vari aspetti e a stimolare (e ce n’era bisogno) qualcuno. Nel calcio di oggi si tende a dire che se c’è il progetto, c’è tutto: certo è fondamentale, ma bisogna stare attenti al presente. Questo è stato il messaggio di Campitelli, che vuole tornare a stare con i suoi ragazzi e con i tifosi, tornando in alto un’altra volta, a cominciare da sabato a Rimini. Ora tocca non al campo, ma ai giocatori del Teramo.
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