TERAMO – Chi temeva che Banca Popolare di Bari "fuggisse" dopo la bocciatura da parte dell’Unione Europea del sostegno del Fondo interbancario di tutela dei depositi, bollato come ‘aiuto di Stato’, è rimasto deluso. Il cosiddetto ‘Piano B’, ovvero la trasformazione – ma soltanto sotto l’aspetto giuridico – della ‘trasfusione’ da quasi 300 milioni di euro alla quale Fidt aveva costretto le altre banche, da iniziativa obbligatoria a volontaria, ha ottenuto il placet dell’Ue e dunque il piano di salvataggio della Tercas può definirsi completato. Se a questo si aggiunge che, sul fronte delle obbligazioni, la banca proprio in questo mese ha rimborsato già anche la seconda annualità, il quadro che si presenta dietro l’angolo del 2016 può definirsi roseo. Ha voluto confermarlo anche il consigliere delegato Gianluca Jacobini, che è l’estensione diretta del gruppo barese in corso San Giorgio: «Le ripercussioni ci sono già: la banca ha già erogato 300 milioni di raccolta, sta aumentando il numero di clienti, anche in una zona non di competenza come nel Chietino – ha detto oggi -. La Tercas cresce e a brevissimo verrà integrata nel gruppo Banca Popolare di Bari che è il gruppo più importante del Centro-sud: il futuro è questo, abbiamo investito poco meno di 400 milioni di euro, è fondamentale per noi lo sviluppo dell’Abruzzo e della parte bassa del Lazio. Tercas e Caripe sono due punti importanti su cui abbiamo investito molto e il nostro obiettivo è continuare nella fase di sviluppo». Per quanto riguarda il personale, l’assestamento sembra essere concluso: «Abbiamo concluso due importanti accordi sindacali – ha spiegato Jacobini -, molto importanti sia per Tercas che per Caripe, adesso si apre la fase di sviluppo in zone dove le due banche non erano presenti. C’è un ottimo rapporto con il Comune di Teramo, con la Regione e gli altri enti. Questo per noi significa fare banca locale, banca popolare, nei territori dove siamo presenti è nostro dovere rafforzare il sociale e aiutare quelli che in questo momento hanno maggiore bisogno».
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