TERAMO – Era finito a processo con le accuse di rapina aggravata, sequestro di persona e violenza sessuale nei confronti di una donna di 70 anni, sua vicina di casa. Oggi un trentenne, al termine del processo davanti ai giudici del Tribunale di Teramo, è stato condannato a cinque anni e tre mesi (il pm Stefano Giovagnoni aveva chiesto 7 anni e 3mila euro di multa), oltre al risarcimento del danno in favore della parte civile, all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e all’interdizione in perpetuo dagli uffici di tutela e curatela. I fatti risalgono al maggio dell’anno scorso quando il trentenne si era introdotto in casa della vicina, bloccandola senza farsi riconoscere per poi abusare di lei e portare via un oggetto in oro. A incastrare il giovane, che nel corso delle indagini aveva ammesso le proprie responsabilità, il dna.
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