TORTORETO – C’è un secondo iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla misteriosa morte di Giulia Di Sabatino, la 19enne di Tortoreto i cui resti dilaniati sono stati rinvenuti al di sotto del cavalcavia che attraversa l’autostrada A14, nel territorio di Mosciano Sant’Angelo, lo scorso 1° settembre. Si tratta del giovane che quella notte diede un passaggio alla giovanissima vittima a bordo della sua Panda di colore rosso, notata poi da alcuni testimoni nei pressi del cavalcavia sulla strada provinciale che conduce da Giulianova a Montone. E’ lo stesso che appena rintracciato dagli investigatori era stato sentito come persona informata sui fatti e che raccontò già all’epoca di aver avuto con la ragazza un rapporto sessuale consenziente. L’iniziativa del pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Irene Scordamaglia, è stata adottata molto probabilmente con l’obiettivo di verificare la corrispondenza tra il profilo genetico del 25enne teramano e quello che i carabinieri del Ris di Roma estrarranno dalle tracce di liquido seminale rinvenuto sugli abiti della vittima ed eventuali altre tracce che potranno essere esaltate all’interno dell’autovettura sui cui Giulia è salita per l’ultima volta prima di partire, già sottoposta ai rilievi con il luminol dagli investigatori. Il lavoro degli inquirenti si stringe attorno agli unici elementi in possesso, tra i quali rientrano anche le eventuali perizie su cellulari, computer e altro materiale tecnologico appartenente non solo alla vittima ma anche ai due uomini che quella notte in due distinte fasi e con due diversi mezzi, hanno avuto contatto con la 19enne deceduta. La Procura indaga sempre per istigazione al suicidio e cerca di capire cosa sia veramente successo quella notte sopra all’autostrada e perchè la ragazza tortoretana sia volata da quel viadotto.
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