Allarme concorrenza sleale, il problema interessa 7 artigiani su 10

TERAMO – Quasi sette artigiani su dieci sono esposti al rischio di concorrenza sleale. E’ allarme abusivismo che ha sommerso l’Abruzzo, Teramo è in seconda posizione tra i capoluoghi abruzzesi. Il fenomeno interessa il 65% delle imprese, cioè 20.987 attività; le imprese ad alto potenziale di rischio sono 8.351, cioè il 25,9% del totale. E’ quanto emerge da un approfondimento condotto da Confartigianato Abruzzo sui dati contenuti in un’elaborazione del "Centro studi della Confederazione nazion". A livello territoriale, è la provincia di Chieti a contare il maggior numero di imprese artigiane a rischio, cioè 5.968, di cui 2.400, pari al 40,2%, considerato a maggior rischio di esposizione. Seguono il Teramano (5.133; 1.976, il 38,5%, ad alto potenziale di rischio) e l’Aquilano (4.980; 1.652, 33,1%); chiude la classifica, con 4.980 imprese esposte, la provincia di Pescara, territorio che balza in testa alla graduatoria per quanto riguarda la percentuale di attività a maggior rischio di esposizione: 2.323 unità, pari al 47,3%. Più della metà delle imprese abruzzesi esposte alla concorrenza sleale sono quelle operanti nei settori delle installazioni ed edilizia (11.623 unità); molto esposte anche quelle dei servizi alle persone (5.484, principalmente parrucchieri e servizi estetici), della ristorazione (1.178) e dei trasporti e magazzinaggio (1.689). Il tasso di irregolarità del lavoro in Abruzzo è pari al 15,5% – come dire che un occupato ogni sei è irregolare – contro la media italiana pari al 12,8%. «Si tratta di dati piuttosto allarmanti per una realtà come quella abruzzese – commenta il presidente di Confartigianato Abruzzo, Lorenzo Angelone – La nostra associazione è estremamente sensibile al tema dell’illegalità e da sempre è impegnata nella lotta al sommerso e all’abusivismo. Anche alla luce di tali dati, per tutelare i nostri associati che portano avanti con onestà il proprio lavoro, rinnoviamo il nostro impegno e ci mettiamo a disposizione di tutte quelle imprese che vogliano denunciare situazioni di concorrenza sleale al fine di segnalarle alle autorità competenti»