CASTEL CASTAGNA – E’ concentrato nel dignitoso contegno e nel volto di quei colleghi che portano a spalla il feretro o stanno ritti nel picchetto d’onore, tutto il dolore per una perdita importante. Fabrizio Spagnoli, il 34enne carabiniere scelto morto nell’incidente stradale in Slovenia, non era soltanto amato dagli amici e da tutti gli altri carabinieri: era uno di quei militari dell’Arma che portava la pace nel mondo e che aiutava le popolazioni nelle sue missioni all’estero. Per questo era amato dalla gente. Quella gente che oggi a Castel Castagna, nel lutto cittadino, si è mischiata alle divise, agli alti gradi, al sindaco in fascia tricolore. La chiesa di Santa Maria di Ronzano ha accolto ieri sera il feretro avvolto nella bandiera e oggi ha visto schierati i carabinieri nei suoi più alti gradi. Non c’erano soltanto i colleghi, che hanno portato il feretro a spalla dopo averlo vegliato. C’era tutto lo Stato maggiore del comando provinciale di Teramo, con il colonnello Pier Vittorio Romano, i maggiori Massimiliano De Luca e Riziero Asci, il tenente Pietro Fiano, c’era anche il generale Michele Sirimarco, comandante regionale dell’Arma, c’era soprattutto il colonnello Patrizio La Spada, il ‘suo’ comandante, del 13esimo Carabinieri Friuli Venezia Giulia, dove il carabiniere scelto teramano prestava servizio. Un saluto solenne come si vuol per un degno servitore dello Stato.
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