Teramo 3.0 polemizza contro il "malgoverno" teramano

TERAMO – Teramo 3.0 traccia un filo conduttore della politica teramana rintracciando una delle maggiori cause del “malgoverno” cittadino nella cosidetta politica familiare. “Il fallimento delle gestioni Brucchi – si legge in una nota di Teramo 3.0 – è soprattutto il fallimento dei suoi due genitori politici: Paolo Gatti e Paolo Tancredi, i quali esprimono ancora oggi sette assessori comunali su nove. Gatti e Tancredi rappresentano la faccia familistica e retriva della politica cittadina, quella orgogliosamente clientelare, quella delle segreterie personalistiche e delle raccomandazioni sbandierate. Paolo Tancredi, in particolare, resta l’ultimo politico italiano a rivendicare la remuneratività economica della sua attività politica: Spezzare codesti potentati che si tramandano di padre in figlio e superare codeste visioni ombelicali che hanno gettato Teramo nell’imbuto di una regressione alla quale non sembra esserci fine è obiettivo prioritario per chiunque voglia davvero aprire una fase nuova nella politica cittadina”. “Sotto altro aspetto – ha continuato il Consiglio direttivo di Teramo 3.0 – il secondo mandato di Brucchi si è materializzato quale esito inesorabile del fallimento politico del PD, un partito che a Teramo ha toccato il fondo del 16,5% proprio lo stesso giorno nel quale superava il 40% alle elezioni europee, e nonostante l’avversario fosse popolarmente debolissimo. Il candidato sindaco Manola Di Pasquale è riuscita a fare il vuoto intorno a se, allontanando persino i suoi naturali alleati di sinistra: (Giannella e Cordone) , e in questi due anni si è compresa benissimo la sua vocazione: quella di usare la politica come strumento per i propri interessi personali. Pertanto, è importante fissare un altro imprescindibile pilastro politico: è impraticabile qualsivoglia apertura o tentativo di approccio con chiunque rappresenti o appoggi il PD locale, provinciale, regionale e nazionale”. “Al di fuori di tali paletti e di tali preclusioni – ha concluso l’associazione Teramo 3.0 –  per tutti coloro che condividessero con noi la convinzione che occorra superare le brutture esistenti per far schiudere le porte di un rinnovamento onesto e radicale, esprimiamo formalmente la più ottimistica apertura di credito a tutte le soggettività cittadine che abbiano voglia di confrontarsi con una progettualità e di sedersi ad un tavolo per dialogare ed elaborare un programma condiviso. Un invito, il nostro, rivolto certamente a quel 26% di teramani che si opposero coraggiosamente al duopolio sistemico centrodestra-centrosinistra, ma anche a tutti coloro che abbiano voglia di mettersi in gioco e sentano l’urgenza di agire prima che le nefaste conseguenze dell’Amministrazione in carica divengano irreversibili. Abbiano al fine comunque maturato la convinzione che solo un’alleanza civica terza ed equidistante, senza scheletri nell’armadio e aliena da padrini e da padroni, possa provare a risollevare le sorti della nostra città”.