Via Longo, il progetto di Housing per Rifondazione Comunista non ha nulla di "sociale"

TERAMO – “Housing sociale. Perché parlarne a porte chiuse?” La contestazione sull’operazione di via Longo condotta dal sindaco Brucchi fa discutere il circolo di Rifondazione comunista di Teramo che bacchetta il progetto ritenuto un danno alle fasce deboli. «Troviamo assai singolare che il sindaco Brucchi – si legge nella nota – anziché confrontarsi con i cittadini per illustrare le opere e i lavori che interessano la nostra città, abbia scelto di trattare il progetto dell’Housing Sociale in un incontro “a porte chiuse” e a Roma. Ennesima dimostrazione di quanto questa amministrazione rifiuti il confronto con i cittadini sugli interventi strategici, esattamente come avvenne anni fa con l’intento, finora scampato, di distruggere il vecchio stadio comunale. A seguito dell’incontro “romano” Brucchi ha dichiarato che a breve ci sarà la firma di un atto notarile cha darà poi il via definitivo ai lavori, senza né presentare il progetto complessivo, né coinvolgere gli attori interessati, in primis i residenti delle palazzine di Via Longo e i sindacati degli inquilini». Il circolo si schiera a favore dei tre sindacati degli inquilini SICET, SUNIA e UNIAT che hanno ritirato la firma dal protocollo ritenendo grave che la procedura sia portata avanti senza il confronto sindacale. «Non esiste ad oggi alcun programma certo dei lavori, ma quello che appare evidente è che la Giunta Brucchi si appresta a violare la riserva di legge del 30% degli alloggi disponibili nel Comune, come alloggi popolari da riservare all’emergenza abitativa per gli sfrattati, per calamità naturali o altre gravi particolari esigenze individuate dai Comuni. Vogliamo ricordare che gli obiettivi iniziali dell’opera prevedevano la realizzazione di appartamenti per 1/3 di edilizia privata, 1/3 di edilizia convenzionata agevolata ed 1/3 di edilizia sovvenzionata (alloggi popolari). Al contrario ad oggi è completamente sparita dal progetto la parte che riguarda gli alloggi popolari. La Giunta Brucchi si lava così le mani davanti all’emergenza abitativa che affligge moltissime famiglie teramane in attesa da anni di una sistemazione, Dove sarebbe dunque all’interno di questo progetto, il tanto sbandierato “Housing sociale?»