TERAMO – Mentre il sindaco viene strattonato da richieste vere e voci false, ma comunque al centro di una ampia e vivace discussione all’interno della maggioranza di centrodestra, la lista di maggioranza relativa della coalizione, ovvero Futuro In, detta le sue regole per il percorso amministrativo da qui innanzi. Gli uomini di Gatti, all’esito dell’ultima riunione, periodica, di gruppo, hanno elaborato un documento programmatico, un elenco dei ‘desiderata’ inviato al sindaco. Un vero e proprio decalogo, insomma, e non soltanto perchè dieci sono i punti sviluppati da Gatti e company. Con una premessa doverosa: «Unico gruppo a non aveere avuto defezioni – scrive il capogruppo Giovannibattista Quintiliani -, non andiamo da qualcun altro per condividere i progetti sul futuro di Teramo, non ci esercitiamo in autocandidature prossime venture, e viviamo con fastidio la spiacevole sensazione che a volte appaia preminente l’avere una maggioranza ben disposta a votare la delibera di turno, piuttosto che a ragionare da squadra su strategie ed obiettivi comuni, in un quadro di rispetto e lealtà fra di noi e verso i cittadini». Sul tavolo, per la discussione all’interno della coalizione, Futuro In pone intanto il nuovo Put, dove appare inevitabile «integrare il piano del traffico con quello della mobilità sostenibile, in ossequio all’obiettivo di una ‘città del pedone e della bicicletta’, con un unico documento di programmazione evitando confusione e discordanze, sfruttando al meglio il parco fluviale con nuovi accessi e collegando il centro alla periferia e con San Nicolò», con le piste ciclopedonali. Ed è inevitabile, oltre che prevedibile, per Futuro In spingere l’acceleratore sulle spine del bilancio indicate di recente dal suo assessore Eva Guardiani e del delegato alle manutenzioni, Rudy Di Stefano, quando si definisce imprescindibile contrarre un muto da 2 milioni di euro o trovare un’alternativa finanziaria (incassi degli affitti delle antenne?) per la manutenzione della città o esternalizzare il Parco della scienza, diventato una spesa insostenibile (con verifica dei rapporti giuridici con gli attuali occupanti) o accelerare quella degli impianti sportivi ancora ‘appesi’ come il Palasannicolò, l’Acquaviva e il Palaska. E come non rilevare poi anche il discorso caro ai gattiani della rotazione dei dirigenti quando al punto 4 si legge della struttura organizzativa? «Accorpare gli uffici – è la proposta -, rafforzare l’ufficio appalti e contratti e quelli tecnici ivi compreso quello che si occupa di valorizzare il patrimonio da un lato, e contenere i costi dall’altro; a tal proposito si chiede di dare seguito a quanto già condiviso con riferimento all’avvocatura comunale in linea con quanto fatto in altri Comuni». Predisporre il bando per la chiusura definitiva della discarica La Torre con relativa bonifica, restituire alla città l’area verde dell’ex carcere con l’ipotesi di realizzarvi un orto botanico in collaborazione con l’istituto agrario e la facoltà di agraria, evidenza pubblica (si auspica entro luglio) per la gestione dell’Ipogeo per farne un luogo di ristoro e cultura, una sorta di ‘caffè letterario’: in attesa, gestione diretta del comune con allestimento di una mostra temporanea. Un cenno all’urbanistica in generale, con la retrocessine delle aree e successiva riassegnazione dei volumi con rivisitazione del piano particolareggiato del centro storico, prima di passare al Masterplan: riportare in consiglio comunale, dove sono gli eletti dal popolo, gli unici comptenti a decidere, la condivisione dei progetti, per la nostra città. «Al netto della propaganda – spiega il decalogo -, se una parte delle ipotesi finanziarie si dovesse concretizzare, la priorità verrà data ad opere di utilità per la città, con ridotti costi di gestione/manutenzione e sorrette dalla condivisione dei rappresentanti dei cittadini». Dunque, bando a teleferiche o voli pindarici, sì al recupero dell’ex manicomio tanto per cominciare.
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