TERAMO – Saranno note entro la prossima settimana le cifre complessive che dovrà investire chi vorrà rilevare la società o prendere in affitto l’attività del caffè Grande Italia, dal fallimento decretato lo scorso 22 febbraio. Paolo De Paoli, il perito nominato dal giudice delegato Giovanni Cirillo a svolgere la perizia tecnica sul valore dell’attività, ha infatti rimesso la sua relazione al tribunale. Sulla base di un valore economico attribuito ai due punti vendita di piazza Martiri della libertà e di via Badia, sarà messo a punto il bando per pubblico per la gestione, in assenza di eventuale richieste di acquisto dell’intera società, con una nuova compagine ad ereditare quella fallimentare della Tfz srl, che stando alla valutazione della massa creditizia, avrebbe accumulato un passivo superiore al milione di euro. Il curatore fallimentare Sergio Saccomandi è alle prese con la valutazione anche di una serie di situazioni legate all’attività chiusa da due mesi, a cominciare dal destino del ‘dehor’ e delle manifestazioni d’interesse di alcune ditte verso la gestione dei due locali di ristorazione. Al momento in via ufficiale alla curatela fallimentare sono giunte tre proposte di gestione in affitto dell’attività, nessuna per l’acquisto. Delle tre, due sono di imprese teramane, la terza di una avente sede nelle Marche. Si tratta però di proposte che sono state formulate prima dell’avvio del ‘contenzioso’ con il Comune di Teramo sulla rimozione del dehor. L’amministrazione, in base a una valutazione tecnico-normativa, ha intimato alla proprietà del Grande Italia e adesso alla curatela fallimentare, la rimozione della struttura, perchè adesso illegale rispetto alla nuova normativa, nonchè morosa da mesi per il pagamento della tassa sull’occupazione del suolo pubblico. Semmai in futuro l’attività prevedesse l’investimento in uno spazio esterno, questo dovrà essere rspettoso delle regole previste in ambio comunale. Ma questo potrebbe far desistere gli imprenditori interessati dal subentro nella gestione dell’attività? E’ un quesito che cercherà una risposta anche alla luce del costo del dehor, anche questo previsto dalla curatela fallimentare: è di un importo esiguo, perchè valuta anche quanto costerà, a chi dovesse acquistarlo, lo smantellamento da piazza Martiri. Una cosa è certa: quel maxigazebo scomparirà a breve dal panorama di piazza Martiri.
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