TERAMO – Sacrifici importanti dovranno sopportare i 52 dipendenti della Banca di Teramo nell’ambito del processo di incorporazione con la Banca di credito cooperativo di Castiglione e Pianella, che i consigli di amministrazione delle due banche hanno già deliberato.
Questa sera il personale si è riunito in assemblea e ha ratificato la proposta di accordo tra i sindacati e la Fedam, la federazione regionale delle banche di credito cooperativo, che prevede tagli strutturali ed economici pesanti. Dei 46 dipendenti presenti, 42 hanno espresso parere favorevole, con 3 contrari e un astenuto.
Il personale, dai quadri in giù, dovranno accontentarsi per evitare 25 esuberi, come prevedeva la struttura bancaria nascente. Sul fronte economico, in sintesi, si andrà a riduzioni dello stipendio lordo dal 5 al 50 per cento, a partite dai nuovi assunti fino ai vertici impiegatizi, con una retrocessione dei livelli per i soli quadri.
A questa nuova situazione, che sarà congelata per tre anni con l’impegno a una successiva rivisitazione in meglio, andranno aggiunte anche le eventuali ripercussioni di una mobilità interna tra filiali, ma si tratta, secondo i sindacati First Cisl, Fiba e Fisa Cgil che hanno condotto la trattativa, del male minore rispetto alla perdita del posto di lavoro.
E’ questa un’altra ombra sul passato, sul recente e sul futuro della Banca di Teramo, i cui guasti gestionali che hanno condotto a un pesante deficit economico-finanziario adesso rischiano di pagarlo pesantemente i dipendenti e i soci.