GIULIANOVA – Solo poche parole, per ricostruire il tragico pomeriggio di ieri in via Verdi, ma soprattutto un’accorata frase: «Mi sono rovinato». L’ha ripetuta spesso davanti al procuratore Antonio Guerriero e al pm Irene Scordamaglia, Dante Di Silvestre. Il caldaista 60enne, fino a ieri mite e infaticabile artigiano, ha trascorso la prima notte in carcere con la pesante accusa di omicidio volontario aggravato e aspetta di difendersi dinanzi al gip per la convalida del fermo ma adesso sta prendendo sempre più contatto con la realtà, di quella lama affondata d’impeto nel petto di Paolo Cialini, tecnico informatico 47, ucciso per un diverbio stradale sotto gli occhi della sua bambina di appena 5 anni e mezzo. E’ lei la seconda vittima di questa tragedia, condita dalla follia: ha visto il padre morirle sotto gli occhi e adesso è la testimone chiave del delitto. Ha visto e sentito, mentre il padre e il caldaista discutevano una prima volta qualche centinaio prima del luogo del delitto; ha rivisto e sentito di nuovo la seconda lite lungo via Verdi e il padre cadere a terra in una pozza di sangue, colpito in petto dalla lama del coltello da cacciatore di Di Silvestre. Non si sa ancora se la Procura voglia contestare all’autore del delitto l’aggravante dei futili motivi: il capo della pubblica accusa questa mattina non ha fornito dettagli dell’interrogatorio, rimandando a venerdì mattina ogni eventuale ulteriore chiarimento sulla tragica vicenda. E’ comunque delineata nel suo svolgimento generale, la ricostruzione della tragedia: Cialini e Di silvestre si sono affrontati in precedenza e la vittima avrebbe colpito l’altro con un calcio al basso ventre e poi con un pugno, prima di risalire in auto e ripartire in direzione di via Verdi. La sua auto è stata raggiunta di nuovo dal furgoncino del caldaista e qui si è consumata la tragedia, con l’accoltellamento mortale. Nel pomeriggio o al massimo domattina l’anatomo patologo Giuseppe Sciarra eseguirà l’autopsia sulla salma del tecnico informatico giuliese. Per ricostruire bene la vicenda fondamentale saranno anche i contributi di chi potrebbe aver visto: proprio su questo aspetto il procuratore ha lanciato un appello affinchè chi vive iin via Verdi o ieri si trovava in quella zona, offra un aiuto alle indagini: «Si facciano avanti e ci dicano se hanno visto, ci aiutino a dare una rispondenza reale a quanto accaduto. Finora il contributo è stato purtroppo scarso: mi pare difficile che nessuno abbia visto in una zona così centrale della città e in peno giorno»
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