TERAMO – Si chiude con due assoluzioni, dopo 12 anni, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto due luminari della ricerca veterinaria italiana, Vincenzo Caporale e Ilaria Capua – quest’ultima collaboratrice dell’ex direttore dell’Izs a Teramo negli anni ’90 -, coinvolti in una indagine che aveva addirittura ipotizzato la presenza di una ‘cupola dei vaccini’, nell’ambito delle produzioni sanitarie di contrasto alla diffusione da un lato della Bluetongue, il cosiddetto ‘morbo della lingua blu’, dall’altro dell’aviaria. L’inchiesta fu avviata nel 2004 dalla magistratura romana che disegnò una sorta di organizzazione, composta da circa 40 persone tra ricercatori, scienziati, medici e dirigenti di aziende farmaceutiche, accusati di aver gestito un giro d’affari milionario sulla produzione dei vaccini contro queste zoonosi. In sostanza, Caporale e la Capua erano accusati di aver diffuso i virus in questione. Come scrive oggi il quotidiano La Città, le accuse ridimensionate dal gip davanti al quale sono approdate le richieste preliminari di processo: in due distinte fasi, sia Caporale che la Capua, sono stati prosciolti. Per quanto riguarda Caporale in particolare, l’Izs di Teramo tra la fine degli ’90 ed i primi anni del 2000 ricoprì un ruolo importante nella ricerca sul vaccino per la Bluetongue e sullo studio della malattia. Secondo la magistratura, Caporale e Romano Marabelli (per anni direttore generale dei servizi veterinari del Ministero della Salute) avrebbero disposto, per la campagna contro la Bluetongue del 2003-2004, l’impiego di un vaccino prodotto in Namibia, senza una sperimentazione che ne valutasse gli effetti indesiderati sugli animali “cagionando la diffusione in gran parte degli allevamenti italiani del virus e provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”, scriveva la magistratura nelle accuse mosse ai due. L’ex direttore dell’Izs, proprio in veste del ruolo di rilievo ricoperto in campo scientifico, avrebbe “spinto” per l’impiego massiccio di quel vaccino confermandone l’efficacia. Le accuse nei confronti di Caporale (assistito dall’avvocato Gennaro Lettieri) sono però cadute, seppur a distanza di molti anni, in sede di udienza preliminare davanti al giudice di Roma. La polemica non si chiude qui però. Perchè c’è chi, come Pierantonio Zanettin (di Forza Italia e membro laico del Csm), chiede di indagare sul procuratore di Roma Giancarlo Capaldo che ha condotto l’inchiesta finita – a quanto pare – in un nulla di fatto.
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