TERAMO – Il Comune di Teramo farà causa al Governo e al Ministero delle finanze per riavere almeno 5 milioni di euro di conferimenti, tagliati illegittimamente nei mesi scorsi. E’ quanto emerso dalla riunione romana dei sindaci di centrodestra che hanno costituito il ‘Comitato del no’ al referendum costituzionale e al quale ha partecipato anche il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. L’iniziativa legale sarà affidata nelle prossime settimane anche dietro consulenza di un costituzionalista e si basa sul presupposto, spiegato oggi nel corso della riunione, che la stessa Corte Costituzionale nel febbraio scorso ha decretato la sperequazione dei tagli sui trasferimenti ai Comuni per come esercitati dal governo Monti in poi. «In questi anni – ha spiegato il sindaco Brucchi – il sistema di tassazione in Italia è cresciuto per 174 euro pro-capite all’anno. Questo a fronte di una diminuzione di 95 euro, sempre per ciascun italiano, in servizi. Il continuo taglio del Governo ha messo in ginocchio le amministrazioni locali e da qui anche la decisione della Corte costituzionale. Per Teramo il tutto si traduce in 5-6 milioni di tagli non dovuti: è chiaro che pretendiamo di riaverli». Questo e altro costituiscono base della convinzione dei sindaci nel sostenere il "no" al referendum costituzionale. A Roma oggi c’erano tanti primi cittadini (tra gli altri quelli di Teramo, Chieti e Ascoli Piceno) che hanno rivendicato la difesa del federalismo fiscale. "Noi non siamo sceriffi di Nottingham" è lo slogan che sintetizza la richiesta di impedire il ritorno alla cosiddetta fiscalità derivata di anni addietro.
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