I commercianti del Corso chiedono lo «stato di calamità non naturale»

TERAMO – Denunciano al Governatore Luciano D’Alfono, la ‘calamità non naturale’ che li ha colpiti, chiedendo che intervenga presso il ministro Franceschini per indurre la Sovrintendenza archeologica a rimuovere la situazione di stallo che blocca i lavori su Corso San Giorgio. Dopo l’esposto alla procura i commercianti del corso San Giorgio, ormai allo stremo e alle prese con una crisi epocale, acuita dal prolungarsi dei lavori di rifacimento della pavimentazione, nonostante i promessi cronoprogrammi, adesso l’ultima carta diventa quella del Governatore, considerato che in barba al rispetto della comunità teramana la Sovrintendenza regionale resta indifferente e disinteressata al problema. «Siamo ormai esasperati e all’agonia al pari di chi ha subito una calamità naturale – scrivono i commercianti al Governatore -, con la differenza che al momento non vi sono vittime umane e che la calamità l’ha creata la burocrazia e l’indolenza di dirigenti e funzionari pubblici. Allo stato delle cose ci permettiamo di suggerire un intervento di concerto con il Ministro dei Beni Culturali Franceschini, nei confronti della Soprintendenza archeologica abruzzese al fine di sbloccare la situazione di stallo creatasi. Se essa si protrarrà ulteriormente porterà sicuramente alla morte economica, commerciale e sociale di tutto il centro storico della città di Teramo con conseguenze negative occupazionali e sociali inimmaginabili».