La rivolta dei commercianti del Corso per il cantiere perenne. Topitti: «Micro risultati, macro danni» FOTO VIDEO

TERAMO – La voce di Antonio Topitti, il ‘Masaniello’ di corso San Giorgio, riecheggia per tutto il centro storico portando vivacità, almeno per qualche ora, in quel corso San Giorgio che i manifesti e i cartelli impugnati dai commercianti, è diventato un mortorio, esempio edificante di una “Teramo città morta". A spalleggiarlo, circa trecento commercianti, che hanno aderito alla manifestazione di protesta che ha due bersagli privilegiati, la Soprintendenza regionale ai beni archeologici e il Comune di Teramo, leggi sindaco Maurizio Brucchi. La prima per il disinteresse che continua a mostrare ancora oggi, con un rinvio sine die della valutazione degli interventi in essere per salvaguardare qualche resto di un muro medievale nemmeno di tanto pregio, il secondo per le mancate promesse.su velocità e conclusione dei lavori."" Il noto libraio ha tenuto un comizio con date puntuali e  resoconto al minuto della vita del cantiere che ogni giorno gli si para dinnanzi agli occhi, a lui in particolare per la logistica del suo negozio, ma a tutti gli altri esercenti e cittadini. Alla fine, la sua sintesi è stata efficace: riesumando lo slogan che a cavallo degli anni 2008-2009 pubblicizzava un concorso Internazionale di idee per la riqualificazione degli spazi pubblici del Centro Storico della città di Teramo denominato "Micro Spazi – Macro luoghi", Topitti ha tirato una somma inesorabile: «Micro risultati e macro danni», ha detto, sancendo un fallimento su tutta la linea di questo progetto di restyling di corso San Giorgio, con ripavimentazione e messa in opera dei sottoservizi.

 

L’assessore Fracassa attorniato dai commercianti. Il solo dell’amminstrazione comunale a meterci la faccia in strada è stato l’assessore ai Lavori pubblici, Franco Fracassa, che ha parlato con i commercianti, tentando di spiegare gli ‘intoppi’ che il cantiere ha incontrando e rivendicando la paternità del controllo più ficcante ai lavori e della ‘bocciatura’ delle pietre ‘farlocche’ provenienti dalla Cina."" E’ finita che Topitti, infuriato, gli ha tolto microfoni e parola, rivendicando ai commercianti la paternità dell’iniziativa di protesta di stamattina.
Il sindaco sotto accusa per le false promesse. Dopo una serie infinita di strali nei confronti della Soprintendenza, contro cui pende un esposto alla magistratura e una lettera aperta al ministro Franceschini attraverso il Governatore D’Alfonso, l’obiettivo preferito di Topitti, a nome dei commercianti di Confesercenti, Confcommercio, Cna e ‘Consorzio Shopping in Teramo centro’, è stato il sindaco Brucchi. Un’accusa su tutte: aver cambiato troppo spesso previsione e promessa sulla durata del cantiere e sui tempi di uscita dal caos. «I lavori sono fermi da cinque mesi – ha urlato Topitti prendendo l’applauso di tutti -,e questo non era nei patti. La divisione in lotti, di fatto, non c’è stata più da quando i lavori si sono bloccati dinanzi alla Tercas: da lì è partito il cantiere anche del quarto e quinto lotto, con l’ingresso da piazza Garibaldi chiuso e largo San Matteo bloccato. Si è sparsa la voce, a vedere la recinzione impenetrabile del cantiere, che il corso sia chiuso e non agibile per intero e la gente non viene più in centro. Le attività commerciali sono morte, la gente ha cambiato abitudini e sarà difficile farli tornare indietro. Chi paga tutto questo?».

 

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