TERAMO – Una lectio magistralis sul lavoro e il futuro delle nuove generazioni, su cosa troveranno questi studenti di oggi e non solo sul fronte pensioni. Chi più di lui, docente di diritto del lavoro, economista e soprattutto presidente dell’Inps, poteva spiegarlo meglio e suggerire la strada giusta? Tito Boeri ha intrattenuto la platea dell’UniTe, in quella università che fa registrare una ‘occupabilità’ post-laurea di quasi il 90 per cento, come ha sottolineato il rettore Luciano D’Amico che assieme a Francesco Passarelli, docente di economia dell’ateneo teramano, ha invitato il numero uno di Inps. «Difendere il sistema contributivo e dare grande attenzione ai giovani», è stato il suo messaggio chiaro e forte.
«Oggi – ha detto Boeri – bisogna dare la nostra massima attenzione ai giovani e a quelle persone che sono nel regime contributivo: io personalmente ritengo che bisogna strenuamente difendere il principio contributivo. Quello che uno si è costruito versando i contributi va tutelato in ogni modo. Questa è la mia nozione vera dei diritti acquisiti, il fatto di aver versato ti dà dei diritti che vanno comunque salvaguardati». Boeri si è confrontato con gli studenti in aula magna sui temi del lavoro – in un ateneo che vanta una collaudata attività di placement -, introducendo anche i temi del jobs act, di cui il presidente Inps ha sottolineato li risultati importanti «nello stabilizzare l’impiego, con un forte aumento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato».
«Mi auguro – ha detto Boeri – che questo si traduca al più presto in un aumento della produttività, perché questo tipo di contratti determinano un incentivo maggiore sia sul lavoratore che sul datore di lavoro a investire sulla formazione sul posto di lavoro; da questo in futuro potrebbe derivare una produttività più alta e salari più alti». Sul fronte della precarietà, Boeri ne ha confermato i numeri ancora molto alti, ma ha commentato con positività i dati sul parasubordinato resi noti dall’Inps proprio ieri, che fanno coincidere «una diminuzione dei contratti a progetto e delle collaborazioni con l’inizio dei contratti a tutele crescenti, quindi probabilmente c’è stata trasformazione di queste figure contrattuali in contratti a tempo indeterminato.
Boeri ha parlato poi anche di riforma dell’Istituto nazionale della previdenza sociale e ha sgombrato il campo dai dubbi su una non condivisione dell’Ape, il cosiddetto anticipo pensionistico: «La riforma dell’Inps è fondamentale: c’è bisogno di avere una macchina efficiente. Uno dei cardini di quelle riforma è rafforzare la nostra presenza sul territorio, darci la possibilità di rispondere alle esigenze mutevoli degli utenti; l’Ape è una operazione assolutamente nuova, pone l’Inps a svolgere delle funzioni che non ha mai fatto in passato: non è concepibile un’Inps che deve svolgere queste nuove funzioni senza riorganizzarsi».