TERAMO – (roberto almonti) Cortese assessore Marco Chiarini, la ringraziamo. La ringraziamo del suo illustre giudizio sul lavoro che facciamo, quello di informare, far circolare idee e pareri, comunicare la vità di una comunità, rendere visibile ai suoi e ai nostri concittadini quello che voi fate, o non fate, nell’amministrazione della città. La ringraziamo comunque, nonostante il suo non sia stato un complimento o un parere positivo. Evidentemente non apprezza il lavoro che le nostre redazioni, quelle dei quotidiani on-line, svolgono tra mille sacrifici, schiacciati tra le grandi imprese dell’informazione, quelle che ‘simpatie’ altolocate e leggi selettive e di casta, sanciscono essere stampa d’elite e solo quella meritevole di sostegno e incoraggiamento.
Perchè non può essere letta altrimenti la sua scelta di utilizzare soltanto i quotidiani cartacei o, meglio, di non utilizzare i siti on line, per far conocere la sua iniziativa degli "Stati Generali della cultura", di renderne edotti i cittadini, di far circolare il più possibile le informazioni sullo svolgimento del suo programma, che è anche iniziativa pubblica pagata con i soldi nostri.
La sua scelta non solo penalizza l’informazione on line, ma dimostra che lei non ne apprezza anche nè il ruolo, nè il valore comunicativo. E sinceramente, questo un pò ci sorprende, oltre che deludere: la sua impronta e il suo percorso professionali mai ci avrebbero fatto sospettare questo ‘tradimento’ allo strumento comunicativo più tecnologico. Ma tant’è.
Da un assessore, e per giunta alla cultura, infatti, ci saremmo aspettati una riflessione diversa, più attenta a quello che, guarda caso, un forte aspetto della cultura locale, quella parte di essa da cui lei in questi giorni si aspetta un contributo alla discussione. La palestra culturale rappresentata quotidianamente dai siti di informazione sul web crediamo meritino ripetto al pari di quella tradizionale, con un piccolo dettaglio di differenza che crediamo a lei sfugga: i lettori pagano per leggere i quotidiani, i nostri siti sono gratuiti e a disposizione di tutti, per questo forse anche più liberi. Ed allora eccolo il paradosso: per conoscere la sua iniziativa, assessore, dobbiamo comprare il quotidiano dove c’è la vostra pubblicità, pagata con i soldi nostri, dei cittadini.
Non solo: per conocere la vostra inziativa, dobbiamo comprare il giornale nel giorno giusto, quando quella pubblicità c’è e si vede, oppure due o tre quotidiani, in due o tre giorni diversi, quando la pubblicano, in una sorta di caccia al tesoro, profumatamente pagata.
Il sito di informazione on-line c’è ogni giorno, ogni giorno è dinamico e interagisce con un suo pubblico, un vasto pubblico. Mi perdoni, io racconto cose ‘tecniche’ note, ben note a lei che è… del mestiere, ma sicuramente anche ai suoi consulenti e agli organizzatori dell’evento, i quali avranno avuto ottimi motivi per discriminare i siti on line per farci conoscere questo evento; avranno sicuramente studiato e analizzato il numero dei lettori, dei contatti, inomma tanti aspetti tecnici, pane quotidiano del loro lavoro di comunicatori.
Come siamo convinti che quelle stesse motivazionisiano state tali e ben fondate da convincere anche lei, assessore, oltre la sua… attitudine e formazione professionale. Meno male che si chiamano Stati Generali. Alla faccia della cultura. Grazie ancora assessore, proveremo a farla ricredere.