TERAMO – E’ omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, l’ipotesi di reato iscritta nel fascicolo aperto dal pubblico ministero Davide Rosati dopo l’esposto presentato da un lato da circa 40 genitori di bambini che frequentano la Noè Lucidi e dall’altro dal Comitato nato all’indomani del sisma del 24 agosto, che ha protestato più volte per chiedere verifiche antisismiche nei plessi scolastici delle elementari e medie. Al momento non ci sono indagati come è nella prassi iniziale di una indagine conoscitiva sugli iter procedurali degli interventi edilizi e burocratici ugli edifici che ospitano scolaresche, docenti e non. Ma sono già tanti i documenti e le normative acquisite e su cui il magistrato dovrà lavorare assieme al pool di tecnici cui si affiderà per un approfondimento della materia. Di particolare interesse è la questione che riguarda la struttura della Noè Lucidi, in viale Crispi, istituto scolastico chiuso (i bambini sono stati trasferii in altri plessi), dove sono in corso i lavori di ‘rivisitazione’ e consolidamento di tutti i solai, dopo la scoperta di una crepa sul pavimento di una classe, all’indomani del rientro in aula degli alunni dopo la lunga sospensione determinata dalla necessità di verifiche ‘approfondite’ (così furono definite dall’amministrazione comunale) sulle strutture a seguito dei sismi del 26 e del 30 ottobre. Va ricordato che proprio in questo edificio il Comune ha speso 800mila euro per lavori di adeguamento sismico.
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