TERAMO – Si allarga anche agli istituti superiori l’inchiesta avviata dalla Procura di Teramo, all’indomani della serie di esposti presentati dai rappresentanti dei Comitati di genitori, sorti sull’onda della protesta collettiva sulla sicurezza degli edifici scolastici a seguito del sisma dello scorso 30 ottobre. Come già accaduto per il Comune di Teramo, infatti, anche nella sede della Provincia in via Milli e in particolare negli uffici del settore scolastico si sono presentati i carabinieri del nucleo informativo, che hanno chiesto e acquisito documentazione relativa alle strutture e agli interventi effettuati. Non è dato sapere, al momento, se il fascicolo aperto dalla Procura sugli istituti superiori faccia parte o sia stato riunito al filone inziale che riguarda la Noè Lucidi. Sta di fatto che come nel caso di quella indagine, la magistratura si è limitata a fare richiesta di acquisizione di atti, studi, contratti, appalti e quanto altro riguardi i lavori di consolidamento delle strutture e le certificazioni in possesso delle stesse, senza procedere all’iscrizione nel registro degli indagti di alcuno, siano essi il presidente della Provincia, Di Sabatino, o tecnici dell’Ente. Si è appreso che il lavoro degli investigatori coinvolge anche gli interventi post-sisma dell’Aquila del 2009 e non solo quelli effettuati di recente, dopo i terremoti di agosto e ottobre. L’ipotesi su cui si lavora è quella dell’omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina.
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