PRATI DI TIVO – Chi sperava, operatori e frequentatori, che dopo l’emergenza, la neve almeno potesse servire per ridare un pò di vita alla stazione sciistica e all’economia della zona, è rimasto deluso. Oltre all’ordinanza della Provincia che dallo scorso 27 gennaio ha chiuso la strada provinciale 43 nel tratto dall’uscita di Pietracamela fino ai Prati, da ieri c’è anche l’ordinanza comunale che chiude gli impianti sciistici. A ‘costringere’ il primo cittadino Michele Petraccia, è il bollettino valanghe Meteomont che indica ai Prati un rischio di livello 3 tendente a 2. Storicamente, la località sciistica del versante teramano del Gran Sasso, non è mai stata chiusa con un livello allarme di questo tipo, soprattutto se esso indica un miglioramento. Ma è il segno dei tempi, soprattutto all’indomani della tragedia di Rigopiano.
Ma questo ha fatto scatenare la rivolta degli operatori che anche sui social hanno fortemente criticato la decisione, indirizzando verso le istituzioni sovracomunali invettive e accuse di scarico di responsabilità sul sindaco, rimasto con il cosiddetto ‘cerino in mano’.
Tutto questo – dicono gli operatori e in particolare Antonio Riccioni, imprenditore Siget che gestisce due locali nella stazione turistica – nonostante i tanti giovani che hanno lavorato senza sosta in mezzo a montagne di neve per liberare la stazione e per renderla fruibile in piena sicurezza. In questi giorni le piccole turbine e i gatti delle nevi hanno aperto tunnel nella neve, vie di accesso alle strutture, rimosso neve pesante dai tetti, battuto le piste e rinserrato i sistemi di sicurezza anti valanghe. Si era anche deciso di riaprire i soli impianti del Pilone di mezzo e della quadriposto, per permettere ai tanti appassionati di tornare a sciare e per mero scrupolo di vietare le discese nella parte del canale della Giumenta, quella per intendersi teatro dello scivolamento della slavina scesa fino al residence Prati di Tivo, di cui si era parlato nelle scorse settimane.
E così in una stazione dove il controllo sul transito dei mezzi autorizzati non c’è, a rimetterci sono ancora una volta gli operatori economici dei Prati di Tivo, nonostante l’abbondanza della neve.