PIETRACAMELA – Ha avuto ragione il sindaco di Pietracamela,, Michele Petraccia, a prolungare responsabilmente l’ordinanza di chiusura degli impianti di risalita della stazione sciistica di Prati di Tivo, in presenza di un allarme valanghe 3 emesso dal servizio Meteomont. Un’altra slavina, grossomodo nella stessa zona della precedente di appena due settimane fa, è venuta giù nella prima mattina, scivolando fin all’altezza del pilone di sgancio della seggiovia quadriposto, una volta nota come Calderotto. Il grosso movimento di neve, con un fronte molto ampio, ha tratto origine ancora dal canale della Giumenta e ha percorso buona parte di quella che sarebbe la pista ‘di destra’ dell’impianto (come si vede dalla foto). La slavina è venuta giù in un orario in cui gli impianti, senza l’ordinanza del sindaco, sarebbero stati aperti e questo fa drammaticare parlare dunque di tragedia scampata. Col senno di poi, anche la sfuriata degli operatori del posto, con Antonio Riccioni in testa, che lamentavano la chiusura della stazione con eccessivo zelo, è stata stroncata da un avvenimento che ha lasciato tutti senza fiato. E Prati di Tivo, al contrario di Rigopiano, sembra essere stata ‘graziata’ due volte. E’ infatti ancora vivo nel ricordo del custode del Residence Prati di Tivo e della sua famiglia, la slavina che lo scorso 18 gennaio ha intrapreso lo stesso percorso di quella di oggi ma deviando verso la residenza, per fortuna disabitata in quei giorni. Gli unici a trovarsi dentro la struttura erano appunto il custode e la famiglia. Adesso circolano diverse foto di quella valanga ed è drammatico soltanto pensare cosa poteva accadere se la forza del movimento di neve fosse stata maggiore e se il residence fosse abitato.
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