TERAMO – L’estensione di una serie di provvedimenti già previsti per i Comuni del cratere del sisma anche ai territori dei Comuni colpiti dalla nevicata di gennaio, l’allargamento del cratere propriamente detto anche ai comuni di Isola, Colledara, Castel Castagna, Fano Adriano, Pietracamela, Basciano, Penna Sant’Andrea (oltre ai già presenti Rocca Santa Maria, Valle Castellana, Cortino, Crognaleto e Montorio), l’eliminazione delle limitazioni attualmente previste per Teramo dal Decreto Sisma, l’estensione dei provvedimenti previsti per il sisma anche ai territori con le frane da dissesto. Sono alcune delle richieste contenute nei 16 emendamenti al decreto sisma che il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino e il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, hanno firmato e consegnato ai parlamentari teramani Tommaso Ginoble, Paolo Tancredi e Giulio Cesare Sottanelli e depositati (il termine scade questo pomeriggio alle 18) in Commissione Ambiente, che li valuterà e dopo l’approvazione del nuovo testo lo trasferirà alla Camera, il 20 marzo, per la discussione.
Nelle modifiche il territorio teramano, attraverso i suoi rappresentanti istituzionali, chiedono anche di estendere le disposizione del Decreto Sisma anche agli immobili e alle strade danneggiati dalla neve e dalle frane, il contributo (fino ad un massimo di 10mila euro) anche agli immobili lesionati ma non inagibili, il sostegno economico alle fasce deboli (quelle con ISEE fino a 12mila euro) residenti da almeno un anno nei territori danneggiati, il sostegno alle imprese danneggiate, anche quelle fuori dai Comuni del cratere, con il riconoscimento del “lucro cessante”, un concreto sostegno a Comuni e Provncia che consentirebbe di recuperare il minor gettito dei tributi e i tagli operati dal Governo. Ci sono poi anche le richieste mirate a raggiungere la sicurezza sismica nelle scuole, a prorogare gli ammortizzatori sociali in deroga anche fuori dal cratere e in maniera retroattiva, a sostenere l’Università di Teramo (quale leva per contenere l’eventuale perdita di iscritti nei prossimi anni).
«Si tratta di una serie di provvedimenti ragionati, frutto di giorni di lavoro, insieme agli uffici legislativi dell’ente, dell’Upi e dell’Anci – spiega il presidente Renzo Di Sabatino – nulla di più e nulla di meno di quello che serve non solo per ricostruire il danno materiale, ma anche per sostenere le economie locali in ginocchio, per frenare lo spopolamento, per darci una speranza. Siamo andati ad integrare il Decreto laddove a nostro avviso era carente o ad aggiungere dove non contemplava misure. Un lavoro circostanziato perché, dopo la imponente manifestazione di Roma, in Parlamento, saremo misurati, giudicati e mi auguro approvati, sulla qualità e fattibilità delle proposte. Non ci dimentichiamo che andranno trovate importanti coperture finanziarie e che il nostro percorso di lobbisti del territorio è appena iniziato. Dovremo monitorare ogni passaggio ed essere pronti a costruire alternative laddove non abbiamo risposte adeguate».