TERAMO – A un anno dall’avvio delle indagini, dopo un esposto di alcuni residenti, il fascicolo sul presunto inquinamento ambientale nell’ex cava di Garrano Basso di Teramo arriva ad un primo punto fermo. Oggi, su provvedimento del gip Roberto Veneziano, è stato sequestrato l’impianto di trattamento d’inerti e produzione di bitume della Conglobit.
Il sequestro è stato chiesto dal pubblico ministero Luca Sciarretta, titolare del fascicolo, nell’ambito delle indagini su presunte violazioni ambientali che andrebbero dall’emissione di fumi fino al non corretto smaltimento dei rifiuti.
Nel fascicolo risulta al momento indagato il titolare dell’impianto, imprenditore del Teramano, con la Procura che
starebbe effettuando approfondimenti anche sulla strada d’accesso al sito. Proprio la vicina strada comunale è al centro di una vecchia polemica con i residenti. Di recente infatti l’azienda ha fatto richiesta al Comune di acquisire la strada, con l’impegno a spostarla in altra parte della zona. La richiesta, sulla quale l’amministrazione ancora non si è pronunciata, coinciderebbe con l’acquisto da parte della Conglobit, di un’area di un ettaro confinante con l’attuale impianto: nei residenti c’è il sospetto che l’iniziativa preluda ad un ampliamento della cava, con dannose conseguenze all’ambiente circostante, oltre quelle di cui l’azienda viene accusata.
L’inchiesta era scattata ad aprile dello scorso anno, dopo un esposto presentato da alcuni residenti che denunciavano un presunto inquinamento dell’area. Esposto al quale, dopo alcuni giorni erano seguiti sopralluoghi e prelievi da parte di Forestale, ufficio Urbanistica del Comune di Teramo, Provincia ed Arta.