TERAMO – (jacopodifrancesco) Nell’Aula Magna della facoltà di Giurisprudenza si è tenuta la cerimonia per la consegna del "Premio Rodomonti", assegnato quest’anno a Giorgio Rumignani e ritirato dal figlio Jacopo.
Durante l’evento presentato dal delegato allo sport del rettore Luigi Mastrangelo, ci sono stati gli interventi di Claudio Garzelli, ex direttore sportivo tra le altre, di Chieti e Bari, Pierpaolo Visci, segretario dell’Inter e di Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro. Inoltre tanti ospiti che hanno condiviso parte delle loro carriere con Carmine Rodomonti.
"Dopo la mia carriera da calciatore – ha esordito Garzelli – non credevo che l’ADISE avrebbe avuto un gran futuro, ma Carmine mi convinse a diventare presidente. Lui cercava un ruolo centrale per l’innovazione e lo sviluppo da parte dei direttori sportivi, che non sempre hanno visto il loro lavoro riconosciuto e sono stati messi in secondo piano dall’esplosione, spesso negativa, dei procuratori. Ho un ricordo molto bello – ha chiuso – di un amico e di un grande professionista".
È stato poi il turno di Visci: "Uno dei pregi di Carmine è sempre stato quello di studiare, amava conoscere le regole: la preparazione è fondamentale – ha spiegato – non è facile arrivare a grandi livelli dal nostro Abruzzi, ma con le giuste combinazioni si può fare, puntando sulla formazione".
In chiusura ha parlato il presidente Gravina: "Il calcio sta diventando un’azienda, ma il passaggio non è stato completo: bisogna evitare di cadere nell’improvvisazione, ma il calcio è fatto purtroppo anche di interessi specifici e divisioni. La Lega Pro – ha proseguito – è all’avanguardia nonostante i tanti problemi, il nostro obiettivo è aumentare il pil ma non dobbiamo dimenticarci dei veri valori che possiamo sposare, come cultura e aggregazione".
Spazio poi alla premiazione di Rumignani, che non potendo esserci perchè reduce da un periodo di cattiva salute, ha delegato a ritirarlo il figlio Jacopo. Particolarmente importante questa consegna, perchè tra Rumignani e Carmine c’era un profondo legame di amicizia a stima reciproca, che fu determinante anche per portare il tecnico friulano non solo sulla panchina teramana ma anche su quella del Francavilla del patron Emidio Luciani, di cui Rodomonti era consulente. Un legame affettivo forte, insomma, come quello che lega ancor oggi il sergente di ferro Rumignani ai suoi giocatori, quelli artefici della splendida e vittoriosa cavalcata del Teramo 1986, quando i biancorossi riconquistarono la serie C1: in prima fila c’erano anche Barboni, Cossaro e Schiraldi, ovvero il portiere e i centrali difensivi, l’ossatura di quello squadrone.