TERAMO – Con la richiesta di rinvio a giudizio per disastro colposo per 21 persone – responsabili tecnici e amministrativi di Snam Rete Gas – la Procura di Teramo mette un primo punto fermo nell’inchiesta sull’esplosione di un tratto del metanodotto Ravenna-Chieti avvenuta a Pineto il 6 marzo 2015, che causò ingenti danni ad abitazioni, auto, coltivazioni e a un’intera area boschiva su un’area di oltre due ettari e mezzo. Nel corso di una lunga e minuziosa indagine investigatori e inquirenti hanno analizzato tutta la documentazione amministrativa e tecnica relativa a progettazione, posa in opera, manutenzione e monitoraggio del tratto di metanodotto esploso, della sovrastante rete elettrica e delle abitazioni interessate dall’evento. A un collegio di esperti sono stati affidati gli accertamenti tecnici volti a verificare se all’origine del disastro ci fossero esclusivamente fenomeni naturali o condotte negligenti da parte delle relative società. A seguito di tali accertamenti la Procura aveva chiesto l’archiviazione per metà degli indagati, tutti riconducibili a Enel e Snam Spa, a carico dei quali non erano state ravvisate responsabilità. Adesso arriva la richiesta di rinvio a giudizio per 21 dipendenti di Snam Rete Gas, sulla cui posizione sarà adesso chiamato a esprimersi il gup.
-
Poliservice, pronti i calendari: obiettivo +10% nella differenziata
Il programma cartaceo dei ritiri del 2025 in distribuzione nei comuni e presso gli uffici. Il presidente... -
Happy Game eSports, il team teramano brilla in campo internazionale
Unico in Abruzzo nel gaming Fide, si prepara al campionato di Valorant per migliorare la top... -
La Nova Campli compie 10 anni: torta ‘a spicchi’ farcita di successi
La presidentessa Tiziana Di Blasio celebra sui social il compleanno. In due lustri obiettivi centrati: basket...