TERAMO – Maurizio Verna lascia maggioranza in consiglio provinciale. A una settimana dal voto nei quattro comuni del Teramano dove si rinnovano i consigli comunali, l’esponente Pd alza il livello della discussione politica all’interno dei Dem e torna a sottolineare la diversità di vedute con chi, vedi presidente Di Sabatino, ha portato avanti l’alleanza con Abruzzo Civico. Verna è tornato a definire «imbarazzante «il protrarsi di una situazione politica», dove regna «l’impossibilità di alcuni di trovare soluzioni che non vedessero vinti e vincitori». Verna dice di aver rispettato finora ogni decisione del suo partito, quel partito che «due settimane fa ha deciso, dopo una lunga riflessione, di indicare al presidente della Provincia un percorso da fare: percorso del tutto disatteso, credo soprattutto per la mancanza della cenere necessaria da cospargersi sul capo, dopo accordi tutt’altro che politici». Dopo l’attacco al suo presidente, la sfida al Pd: «Spero che il Pd provinciale sia capace adesso di fare nuove riflessioni, sia sul fatto che una propria decisione venga clamorosamente disattesa da chi lo rappresenta nelle istituzioni e sia perché il consigliere provinciale di Teramo capoluogo ha fatto questa scelta».
Verna esce dalla maggioranza dunque e ha chiesto al segretario Gabriele Minosse di formare un gruppo consigliare del Pd all’interno della Provincia e «fino a quando rimarranno queste condizioni, in consiglio mi impegnerò nelle scelte che mireranno a tutelare gli interessi di Teramo capoluogo e la dignità politica delle comunità del Pd di Roseto, Tortoreto e Martinsicuro. Nell’impegno politico sono e sarò nel Pd, adesso più di prima».
Non lo nomina mai ma all’origine della crisi c’è il rapporto politico con Abruzzo Civico, quel percorso politico avviato da Renzo Di Sabatino, che ha affidato la poltrona della viepresidenza a un uomo dell’onorevole Sottanelli, Mario Nugnes. «C’è un tempo e c’è un limite a tutto – accusa il consigliere comunale Pd -. In questi mesi ho sopportato di tutto, dagli attacchi violenti al mio sindaco più importante in provincia, quello di Roseto, all’impegno contro i miei candidati sindaci nelle elezioni comunali prossime, come Tortoreto e Martinsicuro, alle varie provocazioni politiche ricevute come consigliere provinciale di Teramo capoluogo, fino alle discutibili motivazioni che stanno ritardando una chiara definizione delle relazioni tra il Pd ed un alleato, tale solo agli occhi di qualcuno».