L’AQUILA – Oltre 500 persone provenienti da tutto l’Abruzzo e da fuori regione hanno partecipato ad Assergi, frazione dell’Aquila, alla manifestazione indetta dal Coordinamento Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso "per difendere il patrimonio idrico del massiccio messo a rischio, sostengono i manifestanti, dalle sostanze chimiche pericolose utilizzate nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso". Ad animare la manifestazione il Forum H2O, Rifondazione comunista Abruzzo, il Centro politico "Sandro Santacroce" di Teramo, i Cobas Abruzzo, Potere al popolo di Roma, vari comitati cittadini impegnati nelle varie vertenze ambientali, come quella contro il metanodotto Snam di Sulmona. In corteo anche la senatrice aquilana del Movimento 5 Stelle Enza Blundo.
"Acqua: giù le mani dal Gran Sasso", "L’Abruzzo non si vende", alcuni degli slogan apparsi sugli striscioni. Il corteo è partito dalla sede del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, nell’abitato di Assergi, e ha raggiunto i Laboratori nazionali del Gran Sasso, distanti un paio di chilometri. Nessun incidente né momenti di tensione con le forze dell’ordine che hanno seguito a distanza il corteo. Unico disagio un rallentamento del traffico all’altezza dell’imbocco del casello autostradale dell’A24, davanti al quale è sfilato il corteo. «L’acqua delle falde è nostra, non dei laboratori di fisica, vogliamo avere la garanzia che lì dentro non siano utilizzate sostanze pericolose. Chiediamo trasparenza e garanzie – dice Renato Di Nicola del Forum H2O, che nello specifico chiede di escludere dagli esperimenti quelle sostanze pericolose oggi stoccate nella montagna – ben 2.300 tonnellate tra acqua ragia e 1,2,4 trimetilbenzene che fanno classificare ufficialmente i laboratori quale ‘impianto a rischio di incidente rilevante’ in base alla Direttiva Seveso. Questa regione non si può permettere il rischio di un incidente grave che andrebbe a contaminare l’intero acquifero con danni per decenni». Per il segretario regionale di Prc, Marco Fars, «abbiamo avuto la certificazione che le denunce fatte dal Forum anni fa sulla pericolosità degli sversamenti di sostanze chimiche pericolose erano veritiere. Non è possibile mettere a rischio le falde del Gran Sasso e l’acqua degli abruzzesi». Blundo, che ha contribuito a reggere lo striscione di apertura, chiede «immediati investimenti sul sistema idrico perché quello attuale è vetusto e non mette al riparo le falde da incidenti».