L’AQUILA – Appalti pubblici aggiudicati a imprese ‘amiche’ con ribassi d’asta cospicui, poi, con le somme recuperate in questione, varianti in corso d’opera affidate direttamente: procedure per le quali le ditte elargivano danaro ai funzionari infedeli che ottenevano anche incarichi per parenti e amici. E’ il contesto che emerge dalla nuova inchiesta su presunte mazzette nella ricostruzione post terremoto dell’Aquila. Complessivamente sono 12 le gare finite nel mirino relative a interventi di restauro su edifici di interesse storico-culturale e tra queste quella sul recupero della Torre medicea di Santo Stefano di Sessanio, aggiudicata alla ditta Fracassa di Teramo. Agli arresti domiciliari, tra i dieci destinatari di questo provvedimento, è finito Giampiero Fracassa, e tra i 5 professionisti a cui è stato vietato l’esercizio della professione, c’è anche una ingegnera di Cermignano Alesasndra Del Cane.
Fracassa, specializzato nei restauri nell’azienda famigliare che è la stessa che si occupa del recupero storico-artistico anche del Castello della Monica a Teramo, dalla mattinata è agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Colleparco. Tra le altre persone coinvolte nell’indagine anche l’architetto Berardino Di Vincenzo, ex dirigente della segreteria regionale Beni culturali e il figlio, per il quale ceracava incarichi alle ditte favorite.
Come spiegano i Carabinieri in una nota, le indagini hanno messo in luce un serie di condotte poste in essere da alcuni funzionari pubblici, inseriti nell’ambito del Segretariato Regionale del Mibact dell’Abruzzo, i quali, ricoprendo varie funzioni e ruoli nel contesto dell’assegnazione e controllo sulle opere di restauro successive al sisma del 2009, "avrebbero gestito le gare in maniera clientelare, attribuendo incarichi professionali (alcuni dei quali su scelta dell’amministrazione, altri su loro indicazione operati dalle stesse ditte interessate all’esecuzione delle opere) a parenti e amici". Di rilievo la procedura inerente le opere di recupero e restauro del Teatro Comunale di L’Aquila, i cui lavori sono attualmente in fase relativamente avanzata.
Ci sono anche 20 indagati: i provvedimenti interessano pubblici funzionari, imprenditori e professionisti residenti nelle province di L’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino e Bari, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di "concorso in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché soppressione, distruzione e occultamento di
atti veri".
I COINVOLTI. Gli arrestati, ai domiciliari, sono: Lionello Piccinini, Antonio Zavarella, Berardino Di Vincenzo, Marcello Marchetti, Mauro Lancia, Giampiero Fracassa, Vito Giuseppe Giustino, Antonio Loiudice, Graziantonio Loiudice e Leonardo Santoro. I professionisti interdetti dall’esercizio dell’attivitài: Giancarlo Di Vincenzo, Alessandra Del Cane, Michele Fuzio, Domenico Pazienza e Michele Buzzerio.
L’elenco degli indagati: Valerio Agostinelli, Italo Albani, Giancarlo Boscaino, Claudia Castagnoli, Fabio Cacciari, Gianfranco D’Alò, Aldino Del Cane, Franco De Vitis, Federica Di Vincenzo, Claudio Finarelli, Giuseppe Liberati, Gianluca Marcantonio, Pasquale Marenna, Francesco Montazzoli, Berardino Olivieri, Ernesto Penzi, Giorgio Aldo Pezzi, Lucio Piccinini, Vladimiro Placidi, Giuseppe Rossi.